cronaca

venerdì 21 Giugno, 2024

Stefano Colleoni morì sul lavoro alla XLam: ridotta la pena al titolare dell’azienda. Il padre della vittima: «Mio figlio non ha colpe»

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La Corte d’Appello mercoledì ha concesso a Franco Paterno la sospensione condizionale della pena: rispondeva di omicidio colposo e di violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro

Morto sul lavoro, alla XLam Dolomiti srl di Castelnuovo, a soli 22 anni. La Corte d’Appello mercoledì ha ridotto la pena al titolare d’azienda, Franco Paterno, da 2 anni a 20 mesi di reclusione, questa volta concedendo la sospensione condizionale della pena. Rispondeva di omicidio colposo e di violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Claudio Colleoni, papà della vittima Stefano, sente la necessità di ribadire che suo figlio non ha avuto alcuna colpa: nessuna corresponsabilità nella tragedia avvenuta il 24 novembre 2016, come già riconosciuto dal tribunale (in cui la famiglia era assistita dall’avvocato Andrea de Bertolini). «Mio figlio era preoccupato per la sua incolumità in quel luogo di lavoro, non si sentiva sicuro, voleva andarsene» riferisce il genitore, molto provato. La notte del dannato incidente il ragazzo è stato schiacciato da pannelli in legno di quasi 3 tonnellate. Papà Claudio da allora convive con un dolore logorante, sempre più pesante. «Ricordo lucidamente quel giorno, un dolore pazzesco, non lo auguro a nessuno. E il pensiero di Stefano è costante, anche cento volte al giorno: me lo ricordano le sue foto, i cani di casa, l’amico incrociato per strada..». E di lavoratori che come Stefano hanno perso la vita ce ne sono stati diversi. Anche di recente. Anche in Trentino. «Quando sento la notizia di morti sul lavoro, specie se giovani, mi viene la pelle d’oca. Un grande dolore» spiega papà Claudio. La speranza è che il campo da calcio comunale di Roncegno venga intitolato al suo Stefano, nel cui nome viene organizzato (anche con il contributo dell’altra figlia Jessica) il «memorial ciao Colle», che è stato partecipatissimo lo scorso week-end. «Devono essere fatti maggiori investimenti nella sicurezza, non si può continuare a morire sul lavoro. Se ci fossero pene più severe, detentive, forse ci sarebbe più attenzione».