Trento

venerdì 28 Aprile, 2023

Storia di Hirut, la chef che ha scelto lo street food per la famiglia

di

A Povo vende tacos e cibo etiope: «I clienti? Soprattutto studenti e professori»

È Hirut Areru, cuoca di origine etiope, la proprietaria di Lime Tacos. Il furgoncino verde e bianco che spesso si vede sostare davanti all’università di Povo ha attirato l’attenzione di molti, che in pausa pranzo passano da Hirut per taco o altri piatti veloci.
«Non volevo aprire il solito camioncino di panini. Cercavo qualcosa di diverso», racconta Hirut, ideatrice del fast food itinerante. Oltre a scartare l’idea della paninoteca, la cuoca voleva vendere piatti che si avvicinassero alla cucina delle sue radici. «Sono etiope, quindi sono abituata a mangiare cibi con molte spezie». Una delle pietanze tipiche della nazione africana è l’injera. Una sorta di piadina, si dispone sul piatto e si riempie degli ingredienti desiderati, come curry di agnello, salse, verdure e legumi. La farcitura va a costituire il wat, che in etiope significa «cibo». Ingrediente chiave della cucina tradizionale etiope è anche il berberé, una miscela di spezie molto piccanti, tra cui peperoncino, zenzero e ruta. «La cucina etiope si avvicina un pochino a quella messicana. Per questo ho scelto di servire prodotti di questa nazione e intitolare il posto Lime Tacos», prosegue Hirut. Oltre a taco ripieni di pulled pork, pollo o kebab, al furgoncino di Hirut non mancano i prodotti vegani, come il falafel, per poter servire le sue prelibatezze anche ai clienti che seguono una dieta plant-based. Nonostante la prevalenza di cibo messicano, la cuoca ha voluto aggiungere anche panini, patatine fritte, dolci e persino un piatto etiope, i sambusa. «Sono dei fagottini vegani di forma triangolare fritti e ripieni di lenticchie», illustra la cuoca.
Tra la folla in fila, molti studenti del polo universitario di collina. «La maggior parte dei miei clienti sono ragazzi, ma ci sono anche alcuni professori», spiega la cuoca, che sta anche pensando a nuove strategie per attirare la clientela. «Voglio organizzarmi perché in molti mi chiedono se prendo i buoni pasto, ma ancora non avevo pensato a questa possibilità». Al secondo mese dall’inaugurazione dell’attività, le cose vanno a gonfie vele. «Il mese prossimo parteciperò alla festa del quartiere di San Martino, dove saranno presenti alcuni furgoncini di street food». I festeggiamenti de «Il fiume che non c’è» cominceranno il 12 maggio e, dopo tre giorni di musica, relazioni, arte, cultura e cibo, si chiuderanno il 14 maggio. Lime Tacos è aperto dal lunedì al venerdì, da mezzogiorno alle 13.30. «Il weekend lo passo con la mia famiglia», sorride Hirut, che ha deciso di aprire l’attività proprio per poter trascorrere più tempo con i suoi cari. «Prima lavoravo in una pizzeria a Povo. Ho due figli piccoli e non ce la facevo più a lavorare la sera. Per questo mi sono detta: “Ci provo”». E così è nato Lime Tacos. Abituata a orari estenuanti, per Hirut gestire da sola la taqueria è stato un gioco da ragazzi. In Italia da quasi dodici anni, la cuoca ha sempre vissuto nella collina est di Trento, prima a Villazzano e poi a Povo. «Mio marito è stato il primo ad arrivare in Italia. È un ricercatore alla Fondazione Bruno Kessler. Dopo due anni di lavoro, ha avuto la possibilità di fare il dottorato. Così sono venuta a Trento anche io».