venerdì 26 Aprile, 2024

Storia di quando a Pergine c’era l’aeroporto: a Cirè 40 aerei e 500 soldati austriaci

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La pista di volo e gli hangar furono distrutti alla fine della Grande Guerra, ma gli Amici della Storia stanno preparando una mostra fotografica e un volume

Pergine continua a riscoprire pagine della sua storia e gli Amici della storia hanno in animo di allestire, l’anno prossimo, una mostra fotografica e realizzare una pubblicazione sulla storia dell’aviazione a Pergine. Con la curatela di Bruno Strim e Alessandro Fontanari. Nel 1486, Leonardo affermava che il volo umano era possibile. Così è stato. Nel 1487 scriveva: «Tanta forza si fa con la cosa in contro all’aria, quanto l’aria contro la cosa». Più tardi questo principio fu precisato scientificamente come «portanza». Nel 1903 si giunse al primo mezzo in grado di alzarsi da terra: fu il primo atto di una rivoluzione totale sia nel campo civile che militare. Niente più fu come prima. La Prima Guerra Mondiale diede un ulteriore impulso alla scienza del volo, vedendo nascere l’Aeronautica Militare in quasi tutte le Nazioni coinvolte nel conflitto. E qui ci sono le radici della storia dell’aeroporto perginese.
Il primo impiego operativo degli aerei fu quello della ricognizione e dell’appoggio tattico dell’artiglieria. Rimaneva però il problema del tempo che intercorre tra la segnalazione e l’effettiva distruzione del bersaglio. Anche con l’introduzione della radio per la comunicazione con le postazioni di terra, il nemico conservava sempre un certo vantaggio che gli permetteva o di spostare le truppe o di fortificare e nascondere le installazioni fisse. Fu così naturale che alcuni dei piloti ricognitori pensassero di portare con sé delle bombe da sganciare direttamente senza aspettare l’intervento dell’artiglieria.
L’Austria-Ungheria non schierava ancora reparti da caccia, come non ne schierava l’Italia, e la minaccia rappresentata dal tiro contraereo andava misurata in relazione alle effettive possibilità di una specialità dell’artiglieria che da ambo le parti si stava ancora organizzando. A Cirè, nel perginese, fin dalla primavera del 1915 era stata individuata, dai tecnici aeronautici della Imperial Regia Aviazione, la zona per la costruzione di un aeroporto, in tedesco «Flughafen Cirè», a ridosso del confine italiano, posto a quota 440 metri sul mare, nei pressi dell’omonimo paese. All’epoca la piana era coltivata a gelsi, in quanto l’industria serica era piuttosto fiorente in quel periodo. Furono tagliati tutti gli alberi e spianati i prati da ambo le parti della carrozzabile che da Pergine conduceva a Trento.
La posizione era strategica, quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Sorse così un grande aeroporto per quel tempo, con 6 hangar per il deposito degli aerei e numerose baracche in legno, officine meccaniche, alloggi, furerie, gabinetto fotografico. Erano presenti circa 500 militari. La pista di atterraggio era lunga due chilometri e negli hangar dell’aeroporto militare stazionavano 42 aerei da guerra usati per la ricognizione o per bombardare le linee italiane poco distanti, giù, verso l’altopiano della Vezzena.
Era compito degli ufficiali piloti localizzare le postazioni nemiche e fotografare le fortificazioni italiane.
Numerose furono le incursioni sui paesi della Valsugana, da Levico fino a Borgo e su tutto il territorio degli Altipiani.
Dai rapporti del K.U.K Luftfahrtruppen risulta che le vittorie aeree conseguite dalla postazione di Cirè furono le più numerose di tutte le compagnie impegnate nella prima guerra mondiale.
Si ricordano alcuni nomi di ufficiali diventati leggendari: Josef Kiss, definito «Il Cavaliere del cielo» per il suo comportamento leale e cavalleresco, nonché ottimo militare con all’attivo 113 missioni di guerra e 19 vittorie.
Fu sepolto a Pergine, ma nel 1970 la salma fu trasferita al Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto. La sua uniforme si trova ora presso il Museo della Grande Guerra a Borgo Valsugana.
Altro nome di rilievo è quello di Josef von Maier, Comandante della Flick con 10 vittorie.
C’è da notare che un piccolo aeroporto era ubicato anche nei pressi dell’Oratorio parrocchiale con un’officina meccanica per la riparazione dei velivoli, dotato anche di una pista di decollo che si estendeva parallelamente alla strada per Serso. Al termine della prima guerra mondiale, l’aeroporto fu evacuato e incendiato.