L'iniziativa
domenica 14 Maggio, 2023
di Simone Casciano
Pronti a piantare le tende davanti alla Provincia e a rimanere lì fino a quando non ci saranno risposte e impegni concreti per risolvere il problema degli affitti. Così gli studenti di Trento si preparano alla giornata di lunedì quando, a partire dalle 18, si accamperanno in piazza Dante, nel prato davanti al palazzo della Provincia, unendosi alle proteste dei loro colleghi universitari in tante altre città d’Italia. «Ci fermeremo a oltranza fino a quando non avremo risposte chiare a livello nazionale e locale – dicono i referenti dell’Unione degli universitari (Udu) – Difficile quantificare in quanti saremo, ma molti hanno espresso la volontà di esserci e saranno al nostro fianco anche altre realtà impegnate sul tema della casa». La situazione infatti ormai è diventata insostenibile per molti studenti: le case a disposizione per gli affitti sono diminuite negli anni e quelle rimaste costano sempre di più. Si va da oltre i 300 euro per una doppia a ben più di 500 per una singola. Solo 5 anni fa i prezzi erano la metà e anche trovare un alloggio è diventata un’impresa. Un problema per un ateneo composto per più del 60% da studenti fuorisede.
Preoccupazione
«Anche se la residenzialità universitaria non è in capo a noi è un problema che sentiamo nostro – dice Paola Iamiceli, prorettrice vicaria dell’Università di Trento – Siamo un ateneo aperto, che accoglie studenti in larga parte da fuori regione. La residenzialità è un aspetto qualificante della nostra offerta universitaria e della loro esperienza nell’ateneo». Per questo motivo Unitn guarda a Opera universitaria e alla Provincia in attesa di risposte. «Non abbiamo bisogno di fare pressioni, ma c’è un dialogo costante sulla partita degli investimenti per gli studentati. Deve partire quello di Piedicastello, poi ci sono altre opere, ma siamo consapevoli che l’edilizia pubblica da sola non basta a soddisfare il fabbisogno degli studenti, serve anche il privato». Per questo motivo è necessario fare anche un appello ai proprietari di casa affinché preferiscano mettere i propri immobili sul mercato degli studenti anziché su quello degli affitti brevi turistici. «Senz’altro ci sentiamo di fare questo appello – conclude Paola Iamiceli – Noi non possiamo imporre nulla, ma chiediamo di scegliere i nostri studenti. Credo che anche a livello provinciale ci siano le possibilità per inventare meccanismi di incentivo, delle spinte gentili, in favore degli affitti per chi risiede sul territorio». In attesa che il mercato privato si muova, si guarda al pubblico.
Opera, edilizia e nuove strategie
Sono 1.200 circa i posti messi a disposizione da Opera universitaria nelle residenze pubbliche. Un numero in proporzione maggiore che in altri atenei d’Italia. «Siamo consapevoli però che questo non basta e che anche da noi il tema della casa sia diventato pressante – commenta la presidente di Opera universitaria, Maria Laura Frigotto – Per questo la nostra priorità è quella di realizzare nuovi studentati». Il problema è che questi fondi al momento sono bloccati. I 660 milioni, sbandierati dal governo Meloni per risolvere il problema a livello nazionale, sono in realtà il capitolo di spesa che era già previsto nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) tre anni fa, ma che non sono ancora stati sbloccati. Ai tweet digitali non sono seguiti decreti reali. «Se la partita a livello nazionale non si sblocca, ci auguriamo un intervento provinciale» commenta Frigotto. Sono molti i progetti in gioco tra Trento e Rovereto. «Stiamo lavorando per completare le residenze a San Bartolomeo, il nuovo blocco prevede 110 posti, aspettiamo il finanziamento nella prossima manovra di assestamento di bilancio». Le altre partite sono lo studentato da 210 posti di Rovereto, quello da 200 di Piedicastello per cui il finanziamento statale è arrivato, il progetto era del 2016, e infine la residenza Santa Margherita da 50 posti, che dovrebbe essere ultimata entro la fine del 2023. In attesa degli studenti Opera è al lavoro anche con una nuova strategia: «Per evitare che situazioni già critiche diventino emergenziali, ci siamo impegnati per aumentare il numero di alloggi che diamo in locazione agli studenti a canone moderato, prendendo gli immobili e portandoli noi sul mercato. L’obiettivo è avere circa 50 posti su Rovereto e un centinaio a Trento».
Abitare Stanca in piazza
Lunedì in piazza ci saranno anche gli organizzatori di Abitare Stanca, il percorso partecipativo sui temi della casa che aveva coinvolto Trento a fine marzo. L’obiettivo è quello di presentare un «decalogo dell’abitare» frutto del lavoro di quel fine settimana. «Il documento vuole racchiudere i temi di cui si è parlato – spiegano gli organizzatori – Quindi la necessità di dati precisi per costruire politiche dell’abitare. Una moratoria sugli sfratti. Legislazioni nazionali per l’equo canone e che limitino l’abuso dell’affitto turistico breve. Ripensare il rapporto tra Itea e comuni e tanto altro. Le rivendicazioni degli studenti di questi giorni ci trovano al loro fianco e ci chiedono un cambiamento nelle politiche dell’abitare».
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