solidarietà

mercoledì 20 Novembre, 2024

Suicidi in Val di Sole? La colpa è della povertà e della crisi demografica

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Presentato a Malè lo studio "Restiamo insieme". Scuola, volontariato e sociale gli antidoti

Il tema del suicidio rimane al centro delle iniziative sociali della Val di Sole. Ieri è giunto al termine il progetto di comunità «Restiamo insieme», nato dalla volontà del territorio rappresentato dalle 13 amministrazioni comunali solandre, dalla Comunità della Valle di Sole, dal servizio socio-assistenziale, nonché da un importante gruppo di enti e realtà che della valle fanno parte. Il progetto, partito ufficialmente a inizio 2022, ha inteso affrontare in maniera seria e consapevole la manifestazione più tragica e sofferta delle fragilità umane: il suicidio, un dramma che storicamente ha afflitto il territorio solandro (l’ultimo caso si è registrato poche settimane fa). Ideato fin da subito in maniera collegiale da un gruppo di soggetti da anni attivi in valle e facenti parte dello storico Tavolo promozione benessere e stili di vita, il progetto è stato guidato da un gruppo di regia composto da rappresentanti dei Comuni, dei servizi sociali e sanitari territoriali e, cosa particolare, da rappresentanti degli enti privati che hanno deciso di sostenere parte dei costi. «La spinta ad agire arrivò nel 2021 a causa di una tragedia che colpì una nostra dipendente comunale – ha spiegato la sindaca di Malé Barbara Cunaccia, referente istituzionale per conto della Comunità di Valle –. Quel triste fatto ci aveva dato ulteriore convinzione sulla necessità di far partire progettualità che indagassero il problema e fossero in grado di dare risposte. Sappiamo che il tema del suicidio è una piaga storica del nostro territorio, con fasi senza casi che si alternano a periodi di recrudescenza. Già vent’anni fa un gruppo tentò di dare risposta a questo grido di allarme, ma nel 2022 tutti i Comuni della valle, la Comunità e altri partners pubblici e privati si convinsero che fosse giunta l’ora di cambiare passo. Il triennio era l’orizzonte minimo temporale che ci eravamo dati: ora questo primo traguardo è stato raggiunto, ma ci sentiamo di dire che questo progetto non deve finire». La promessa della necessità di continuare con l’opera di prevenzione trova peraltro conferma nei dati emersi dal fenomeno del suicidio nel territorio, che ha presentato anche nell’ultimo anno alcuni preoccupanti casi. Il tema del suicidio – al pari del tentativo di suicidio e di altri gesti lesivi autodiretti (consumo di alcol e di altre sostanze, disturbi alimentari) o eterodiretti (violenza, cyber-bullismo) – mette a nudo debolezze e fragilità di ciascuno e questa triste esperienza tocca le famiglie colpite dall’episodio, il sopravvissuto nel tentato gesto, i familiari anch’essi riconosciuti come «sopravvissuti», amici, conoscenti, cittadini, l’intera comunità. «Non siamo andati alla ricerca dei numeri, non è un aspetto prioritario – ha spiegato la sociologa Nora Lonardi –. Ma abbiamo cercato di capire quali fattori portano al suicidio e quali invece inducono a diminuirne l’intensità. Per lavorare sulla problematica abbiamo ideato diverse iniziative, con vari momenti pensati per discutere e affrontare il problema. Oltre a serate pubbliche, che hanno sempre avuto un buon successo in termini di partecipazione, abbiamo coinvolto un centinaio di persone provenienti da sette categorie economiche che hanno partecipato a dei focus group in cui i temi affrontati hanno spaziato dalla percezione del problema all’individuazione dei fattori di rischio. Sono emerse problematiche come la solitudine, uno sviluppo economico che emargina gli ultimi, un declino demografico con sempre più anziani soli. Abbiamo poi notato un problema di ciclicità e familiarità del suicidio: ovvero, dopo anni di pausa, un nuovo caso spinge nel breve periodo altre persone a compiere anch’esse questo disperato gesto. Anche un solo caso non deve lasciarci indifferenti: dobbiamo incentivare la crescita di fattori protettivi che sono rappresentati dalla scuola, dal mondo del volontariato e dell’associazionismo e dalle iniziative per gli anziani. C’è la necessità di continuare a creare sentinelle sul territorio, generando una comunità che si interroga e che abbia cura del proprio presente e del futuro».
Cristina Dalla Torre, membro del tavolo di regia, ha infine ricordato l’importante ruolo dei privati, ricordando come una decina di aziende abbiano sostenuto il progetto non solo economicamente ma anche partecipando al tavolo di regia.