Edilizia

lunedì 2 Ottobre, 2023

Superbonus, 400 cantieri a rischio. Fraccaro: «Colpo al Pil»

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In Trentino-Alto Adige, secondo l’ultimo aggiornamento Enea i lavori condominiali incompleti sono il 17% di quelli preventivati in regione

Il Superbonus 110% sui lavori di riqualificazione dei condomini dal primo gennaio 2024 potrebbe essere archiviato. La misura non sarà smantellata del tutto. Il governo sta valutando di abbassare la percentuale al 70%. E sembra anche intenzionato a non concedere proroghe per ultimare i lavori negli edifici ancora non finiti. Per Cna, che lancia l’allarme, sono quasi 20 mila i cantieri che rischiano di «saltare» se non si allungheranno i tempi. Famiglie e imprese si troverebbero a pagare molto più di quanto preventivato. E trovare nuove risorse, di questi tempi, non è un’impresa semplice. In Trentino-Alto Adige, secondo l’ultimo aggiornamento Enea (agosto 2023) i lavori condominiali incompleti sono il 17% di quelli preventivati in regione. Una cosa come 639 edifici rischiano quindi di trovarsi in difficoltà con l’anno nuovo. Considerato che almeno il 70% riguardano il Trentino, sul territorio provinciale sono almeno 400 i cantieri che rischiano di saltare. Visto che l’approvazione del Superbonus al 110% avvenne su sua proposta, quasi concordemente si ritiene Riccardo Fraccaro il padre della misura. Già sottosegretario nel governo Conte, eletto con il Movimento 5 stelle in Trentino nel 2018, oggi continua a lavorare sulla misura edile, ma su un altro fronte: per sbloccare i crediti incagliati. Non ha abbandonato la politica. Sabato 30 settembre era a Trento per sostenere la candidatura di Alex Marini con il M5s, che scende in campo con un programma dedicato alla transizione ecologica. Il che, per forza di cose, chiama in causa la riduzione del consumo di suolo, l’efficientamento energetico e il taglio delle emissioni. Tutti obiettivi perseguiti dal Superbonus, ha ricordato Fraccaro. Per l’ex deputato, rimodulare la misura, prevedendo detrazioni più basse, non è un taboo. Viceversa, cancellare il bonus «porterebbe l’economia italiana verso la stagflazione». Fraccaro, il governo Meloni ha espresso a più riprese contrarietà rispetto alla misura e lega le difficoltà dell’economia, come la crescita del deficit al 5,3%, al Superbonus.
«Il Superbonus è stato il più grande Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale. Un piano di investimenti pubblici elaborato nel periodo di maggior fragilità per la nostra economia, quello del Covid. Ha permesso a tre governi di poter dire che il Pil dell’Italia cresceva più di quello di altri Paesi Europei, Francia e Germania compresi. Ora gli stessi partiti che sostenevano il Superbonus durante la campagna elettorale ora lo criticano. Perché? Perché non trovando più spazio in per finanziamenti in Europa, accusano il passato e danno la colpa a una misura che invece è orientata a quello che chiede l’Europa, e cioè mettere a posto le case ed efficientare il patrimonio edilizio. Senza un impegno pubblico verso la transizione, questa non si farà mai. I sovranisti che sono al governo hanno come piano il continuo ricorso ai combustibili fossili e al petrolio, che oltretutto ci rende dipendenti dall’esterno».

C’è qualcosa che aggiusterebbe? Ad esempio, miliardi di crediti sono tuttora incagliati a causa dei meccanismi di cessione, che si traducono in difficoltà per centinaia di imprese e clienti finali.
«La gabbia l’ha creata la manovra di bilancio 2022 del governo Draghi, che ha distrutto il meccanismo di cessione. Molte imprese che avevano la possibilità di cedere i crediti prima hanno visto sparire questa opportunità e sono entrate in crisi. In campagna elettorale chi oggi ci guida aveva promesso di risolvere il problema. Non lo sta facendo. Io credo che sarebbe necessario avviare una riflessione su come proseguire con la misura, magari con una percentuale più bassa. Costruire case non è la strada giusta, ristrutturare l’esistente sì».

Nella legge di conversione in discussione in  Senato non entra la proroga di sei mesi per i lavori condominiali in corso. Se sarà così, da gennaio 2024, il Superbonus sarà tagliato dal 90% al 70%. Come valuta questo passaggio?
«C’è il rischio che il Paese vada verso la stagflazione. Senza l’edilizia in fermento non recupereremo la crescita. Se questo governo smantella il Superbonus, distrugge l’economia».

Un obiezione che viene fatta, ex post, è che il Superbonus non sia stato incisivo dove ce n’era più bisogno, ad esempio nelle periferie.
««Il Superbonus è nato come misura per coniugare crescita economica ed efficientamento energetico, non come misura di edilizia sociale. Perciò non ha tradito le aspettative. Si proponeva di avviare l’enorme cambiamento di tutti gli edifici. E per cui servono soldi pubblici».