Il caso
sabato 21 Settembre, 2024
di Benedetta Centin e Francesco Terreri
Lavori di riqualificazione per l’accusa non fatti, se non in minima parte, e crediti d’imposta rientranti nel Superbonus 110% e nel Sisma Bonus solo «simulati», quelli ceduti alla società trentina appaltatrice. A distanza di oltre un anno, e di ricorsi approdati nei tre gradi di giudizio, resiste il maxi sequestro preventivo di oltre 40 milioni di euro (eseguito in realtà per 39 milioni 126mila) a carico della Efficient Building. E cioè la Spa di Trento finita nell’inchiesta della Procura di Salerno su una presunta truffa allo Stato relativa agli interventi di riqualificazione di trecento casette prefabbricate realizzate per gli sfollati del terremoto dell’Irpinia del 1980 nel Comune campano di Laviano. Un corposo fascicolo, questo, con dodici indagati, tra cui i due legali rappresentanti che si sono succeduti da fine 2021 alla guida della società trentina appaltatrice, la Efficient Building appunto. E cioè Mauro Bonvicin, 52enne di Pergine Valsugana, che si era dimesso l’estate scorsa a seguito dell’inchiesta — ha mantenuto comunque l’incarico di vicepresidente di Confcommercio del Trentino — e il suo predecessore, il milanese Alessandro Segale. Ora, i legali della società che opera nel settore delle costruzioni sono arrivati fino davanti agli ermellini per ottenere la «liberazione», anche parziale, dell’ingente quantità di beni finiti sotto sigilli dodici mesi fa, per farseli restituire, seppure in parte, ma ogni volta i giudici hanno respinto l’istanza di dissequestro: a novembre 2023 era stato il gip di Salerno, quindi, tempo un mese, il tribunale del Riesame di Salerno. Nelle scorse settimane è stata la Corte di Cassazione a dichiarare inammissibile il ricorso della Spa, condannata tra l’altro a pagare le spese processuali. Insomma, ad oggi — detto che siamo ancora alle indagini preliminari — rimane tutto congelato: nonostante le motivazioni addotte dalla società trentina, regge l’ingente sequestro preventivo eseguito dalla Guardia di finanza il 25 luglio 2023, finalizzato alla confisca diretta dei beni, che, in caso di condanna definitiva, potrebbero essere incamerati dallo Stato.
Aziende da rimborsare
Come spiega la stessa Efficient Building nell’ultimo bilancio approvato (vedi pagina a fianco), il sequestro preventivo di crediti d’imposta aveva un importo complessivo di 40 milioni 626mila euro, eseguito per 39 milioni 126mila. Di questi, solo poco più di 35mila euro sono stati trovati sui conti correnti della società, mentre 30 milioni 469mila euro sono crediti disponibili nel cassetto fiscale dell’azienda, 3 milioni 800mila euro risultano crediti usati in compensazione fiscale tramite F24 e 6 milioni 355mila euro erano già stati ceduti a terzi. Il che ha prodotto una serie di problemi alle aziende che avevano acquistato i crediti, tra le quali Ascopiave, Romeo Gas, Serenissima Gas Edigas, Ap Reti Gas e le trentine Gruppo Distribuzione Petroli e Servizi Imprese, società del gruppo Unione Commercio-Seac. Efficient Building ha cominciato a rimborsare i crediti sequestrati a questa società, che sono estranee all’inchiesta di Salerno.
Contestazioni e perquisizioni
Secondo gli inquirenti i lavori di riqualificazione delle casette degli sfollati erano «simulati». «Falsi» i crediti d’imposta rientranti nel Superbonus 110% e nel Sisma Bonus, «creati» ad hoc, «in capo alla committente, e poi ceduti, attraverso l’esercizio dello sconto in fattura, all’appaltatrice, a fronte di lavori mai eseguiti». Per gli allora legali rappresentanti della Spa, Bonvicin e Segale — così come per i restanti dieci indagati (tra questi il sindaco di Laviano del tempo) — è stato ipotizzato il reato di truffa aggravata in concorso (dal 2022 in poi) per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I due sono accusati anche di autoriciclaggio, assieme a Gaetana Saveria Scarano, legale rappresentante della coop sociale Polis Mathera di Bernalda (Matera), a cui il Comune di Laviano aveva affidato i lavori di ristrutturazione straordinaria dei prefabbricati del «Villaggio antistress», costruito dopo il sisma dell’Irpinia. Per la Procura gli interventi edilizi avrebbero interessato solo «una decina delle circa trecento unità abitative, pur essendo stata asseverata l’esecuzione di lavori per quasi 37 milioni di euro». Stando al pm Carlo Rinaldi la società trentina avrebbe chiesto, con le modalità previste dal Superbonus, la liquidazione di spese per circa 37 milioni senza aver realizzato i lavori. Pm che ha chiesto e ottenuto dal tribunale un decreto di sequestro del maxi importo a carico della holding di cui oggi detengono quote Seac, società di servizi informatici di Confcommercio Trento (90%), e la trentina Delta Informatica (10%). Non a caso più di un anno fa le perquisizioni dei finanzieri avevano interessato la sede della Efficient Building, in via Solteri in città, il palazzo della Seac, e poi un magazzino di via Al Pont de Vodi e un ufficio della stessa società a Forlì, per acquisire documenti e materiale informatico e telematico da vagliare.
La difesa della Spa
L’azienda aveva già precisato che «il primo stato di avanzamento oggetto di attenzione da parte della Procura è soprattutto composto da progettazione, cantierizzazione e acquisto dei materiali e attrezzature a piè di opera». E spiegato che la committente «per finanziare gli acquisti di materiale e le opere realizzate ha concordato di retribuire il General Contractor (Efficient Building ndr) con la cessione del credito avvenuta a fronte di asseverazione tecnica eseguita da specialisti, commercialista, comfort letter». Di qui la dichiarazione «anche sulla scorta di recenti pareri rilasciati dall’Agenzia della Entrate, che tutti abbiano operato in piena legittimità».