L'INTERVISTA

giovedì 17 Ottobre, 2024

Superenalotto, Tomasi (Ama): «Dietro ogni grande vincita si nasconde la ludopatia»

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La referente dell’associazione mutuo aiuto per il gioco d’azzardo: «Sono eventi enormi che cambiano totalmente la quotidianità e i rapporti con le persone ed è molto facile perdersi»

La felicità di una persona che incasserà i suoi 89 milioni di euro lordi grazie alla combinazione perfetta al Superenalotto, ottenuta con una giocata di soli 3 euro alla ricevitoria Fortuna di viale del Tigli a Riva del Garda nella serata di martedì; la gioia di una comunità che freme per scoprire chi possa essere il fortunato vincitore: con i social e i dibattiti da strada e da bar che infiammano elucubrando sui possibili vincitori; 150 miliardi di euro spesi ogni anno in Italia da semplici cittadini per il gioco d’azzardo, Calliano come secondo comune dello Stivale per giocatori d’azzardo online con una spesa pro capite di 13 mila euro l’anno e un fiume di persone ludopatiche pronte a rincorrere la gioia della vincita che, almeno nei sogni, promette di cambiare totalmente la vita. Tutto questo mentre la quotidianità arranca nelle difficoltà di tutti i giorni che, spesso il gioco vuole eludere. La notizia della vittoria del montepremi al Superenalotto ha avuto rilevanza nazionale e ha spinto, a Riva come altrove, la febbre da gioco, che, però, deve essere guardata nel suo delicato complesso di situazioni perché il microcosmo che si nutre di queste «buone novelle» deve fare i conti con il baratro della ludopatia, del rischio di un’emulazione di quell’ebbrezza, nel convincimento che «se è successo a un concittadino, qui, allora può succedere anche a me, ma è solo uno specchietto per le allodole. – Afferma perentoria Giulia Tomasi, referente dell’associazione mutuo aiuto (Ama) per il gioco d’azzardo – Il calcolo probabilistico non mente e ci dice che è ininfluente che sia successo, anzi potrebbe non capitare più per altri centinaia di anni». Basti pensare che il montepremi del Superenalotto è stato vinto in tutta la sua storia appena 116 volte. Ciò nonostante ieri mattina non poche persone si sono recate alla ricevitoria n°950 per rincorrere la dea bendata, colpevole, a conti fatti, di essersi soffermata in suolo rivano, come al risveglio ha appreso una nazione intera. «Queste notizie così tanto marcate sono altamente fuorvianti – dichiara Tomasi -. Dietro al giubilo per l’ingente somma si nascondono numeri mai veramente quantificati, ma elevati, di famiglie distrutte dal gioco, divorzi, perdite di lavoro. Queste vincite sono come un’enorme coperta che nasconde la realtà che ruota attorno al gioco d’azzardo. Divulgarle è fare disinformazione e da anni ne chiediamo la massima attenzione». Soprattutto perché la ludopatia ha inizio proprio con le grandi vincite. «I fatti parlano chiaro – continua Tomasi – si diventa ludopatici dopo aver vinto alte somme, con pochi spicci, con giocate da 3, 10, 5 euro per portarne a casa 5 mila o 10 mila. Allora ci si convince di poter battere il banco». Un disagio che non si vuol sondare a dovere «perché non è semplice l’accesso ai dati – precisa Tomasi – che sarebbe fondamentale avere con più facilità e con la possibilità di un’analisi approfondita e questo è un tema unicamente politico». Politica che anche in questa occasione si è ben guardata di lanciare moniti contro il gioco, in questo caso sì, uniti come non mai sotto un’unica bandiera. «Per quell’uno che ha vinto migliaia han perso tutto. si vince solo – chiosa Tomasi – smettendo di giocare. In un’indagine si è visto che tutti coloro che hanno vinto grandi somme o sono finiti in bancarotta, sono finiti in depressione, hanno tentato il suicidio o, peggio ci sono riusciti».