La tragedia

domenica 17 Dicembre, 2023

Tecnico all’Istituto di fisica nucleare, Alberto Franzoi amava lo sport e la montagna. Il dolore della famiglia: «Siamo distrutti»

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Il 35enne abitava a Melta di Gardolo (Trento). I familiari: «Siamo provati, dobbiamo ancora dirlo ai bambini». Gli amici: «Una persona straordinaria»

Quella di ieri, in Alta Valle Isarco, in Alto Adige, al confine con l’Austria, forza e ritmo sulle gambe a «scalare» con gli sci ai piedi la ripida salita, fiato a respirare a pieni polmoni quel panorama imbiancato, era la loro ennesima uscita assieme. Perché la montagna era una passione che i fratelli Franzoi avevano sempre condiviso. Nei loro profili social sono decine le foto che li vedono assieme in altura, ad ogni stagione, con sci o scarponi, in arrampicata o in mountain bike. Immancabile il sorriso. Chi li conosce li descrive come degli instancabili sportivi, dei grandi conoscitori di montagna, preparati ad affrontarne i pericoli. Sempre con le dotazioni del caso nello zaino, come è stato anche ieri, quando hanno affrontato assieme l’ennesima uscita in quota. Purtroppo l’ultima in tandem. La notizia è presto arrivata a Trento, a Melta di Gardolo dove abitano i genitori, ma anche a Cortesano, dove vivono i fratelli con le rispettive famiglie (compagna e due figli ciascuno).

I parenti «provati»
I parenti che si mostrano al cancello di casa, la compagna di Marco Franzoi e la cognata di Alberto, hanno poca voglia di raccontare, di commentare. Le parole escono a singhiozzo, strozzate dalla commozione, dalla disperazione. Quelle che parlano sono gli occhi rossi e le lacrime che segnano il viso. «In questo momento non ce la sentiamo di parlare, davvero, siamo distrutti, provati, dobbiamo ancora capacitarci… E poi dobbiamo ancora dirlo ai bambini» si limitano a dire le due donne, distrutte dalla tragedia.

Gli amici: «Era straordinario»
Alberto Franzoi, papà di due figli, di sei e tre anni, lavorava come tecnico specializzato nel settore microtecnologie al Polo Scientifico di Povo, al TIfpa, Trento Institute for Fundamental Physics and Applications, centro dell’Istituto nazionale di fisica nucleare dedicato alla ricerca in fisica fondamentale e alle applicazioni della fisica. Anche gli amici hanno poca voglia di parlare, tra incredulità, sconforto, dolore. «Alberto, per tutti noi Zoi, era una persona straordinaria, un grandissimo sportivo, il più forte e tenace tra noi, amante della montagna che affrontava in ogni stagione, dalle uscite in scialpinistica alle gare come la Dolomiti di Brenta trail e la Vigolana the race in cui otteneva sempre buoni piazzamenti». E, ancora, un’altra testimonianza: «Impossibile non volere bene ad Alberto, era amato e stimato da tutti. Appena poteva faceva attività sportiva, era la sua carica, come la sua famiglia, la sua compagna Stefania e i suoi bimbi che amava alla follia. A loro, al fratello Marco a cui era molto legato, vada il nostro abbraccio».