Il caso
sabato 16 Novembre, 2024
di Davide Orsato
È successo tutto nel raggio di pochi metri in via Verdi, davanti alla facoltà di Sociologia, ma rischia di diventare, in questi giorni di contrapposizioni e anche di scontri (vedi alla voce Torino) un (piccolo) caso nazionale. Di certo i dirigenti di Fratelli d’Italia non hanno intenzione di lasciar correre: quanto accaduto ieri nella storica sede di dell’università di Trento è «un grave episodio di censura».
Andiamo per ordine: la settimana prossima, martedì 19 e mercoledì 20 novembre, si terranno le elezioni studentesche universitarie. Succede quasi ogni anno e, solitamente, senza rumori. Per l’elezione principale, quella del Senato accademico, sono in campo quattro liste. Due di queste sono presenze storiche in ateneo: UniTiN e Udu (Unione degli Universitari) Trento. La prima indipendente, la seconda orientata a sinistra. Poi c’è il Fronte della Gioventù Comunista (politicamente ben autodefinito) e Azione Universitaria che, per l’appunto, è il braccio studentesco di FdI. Azione Universitaria aveva chiesto e ottenuto di posizionare un banchetto per la presentazione dei candidati. Ma quel banchetto non c’è mai stato. All’ingresso hanno trovato un cinquantina di persone (in gran parte vicini al Collettivo universitario Refresh) che si sono frapposti tra loro e l’entrata. Con tanto di slogan: «Fuori i fascisti dall’università». Tanti dei volantini che dovevano essere distribuiti sono stati gettati nel cestino e non sono mancati accesi scontri verbali e, anche, qualche spintone. La vicenda è andata avanti per qualche ora, dalle 14.30 alle 18. Il gruppo di Azione Universitaria (tra cui i candidati Alessandro Duilio Zaffiro e Thomas Cagnazzo) infatti, non si è arreso e ha denunciato l’accaduto segnalandolo ai vertici dell’università. Che si sono presentati sul posto: il direttore del dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, Marco Brunazzo e il rettore Flavio Deflorian. Entrambi hanno cercato di far dialogare i due gruppo. Deflorian, per tutta risposta, è stato contestato per la partnership tra l’ateneo trentino e la Leonardo, società per azioni a controllo pubblico che opera nel campo della difesa e dell’industria aerospaziale. Sia il magnifico rettore che il direttore di dipartimento hanno sottolineato come «la richiesta della lista fosse stata correttamente presentata e accettata». «Si tratta di un’associazione regolarmente iscritta — le parole del rettore — e che come le altre ha diritto a a iniziative di questo genere». Alla fine, però, i membri di Azione Universitaria non sono riusciti ad accedere. La presidente dell’associazione, Giulia Clara Balestrieri ha parlato di un boicottaggio «da parte di esponenti dei centri sociali, non tutti studenti, che era già iniziata nel corso di un dibattito tra liste, quando ci è stato levato il microfono». Non è «solo» una questione tra studenti. Perché da tempo il gruppo (contenuto rispetto agli altri) degli studenti di destra trentini denuncia episodi del genere, finendo anche sulle pagine dei giornali d’area a tiratura nazionale. Insomma, si sta creando un caso. Il deputato bolzanino di FdI, Alessandro Urzì parla di «azione squadrista di un gruppo di anarchici» e annuncia un’interrogazione parlamentare. «Ho chiesto alla questura (sul posto la Digos, ndr) di identificare tutti i presenti», prosegue il parlamentare. A condannare quanto accaduto anche la vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa. Ma le critiche non arrivano solo da destra. Anche la Cgil del Trentino ha preso posizione contro «un gesto che, come altri atti di questo tenore, non fa altro altro che dare linfa a chi, anche dentro le massime istituzioni nazionali, a partire dal governo, sostengono la necessità di imporre logiche securitarie ad ogni aspetto della vita civile e sociale del nostro Paese». Per la cronaca, anche tutti gli altri rappresentanti di lista hanno condannato quanto avvenuto. Compresi i giovani comunisti.
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Il 20 novembre alla Fondazione Mach l'evento di approfondimento riservato ai datori di lavoro i cui dipendenti potrebbero essere esposti al rischio di incontrare, durante il proprio lavoro, un orso o un lupo