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lunedì 13 Febbraio, 2023

Terremoti: oltre 33mila i morti tra Turchia e Siria. Ankara indaga oltre 100 costruttori

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L'agenzia turca per i disastri parla di almeno 29.605 morti. I dati ufficiali della Siria portano le vittime a 3.574. Onu fa mea culpa sul sostegno alla popolazione Siriana : «Si sentono abbandonati»

Il salvataggio di un bambino di soli 7 mesi dopo 140 ore tiene viva la speranza dei soccorritori che da quasi 7 giorni cercano tra le macerie i sopravvissuti del terremoto che lunedì ha colpito la Turchia e la Siria. Nel frattempo, però, il bilancio delle vittime si aggrava sempre di più. Le stime ufficiali parlando di oltre 33mila morti. L’agenzia turca per i disastri parla di almeno 29.605 morti. I dati ufficiali della Siria portano le vittime a 3.574, anche se l’Organizzazione mondiale della sanità da Damasco conta più di 9mila deceduti: circa 4.800 nelle aree controllate dal governo di Assad e circa 4.500 nelle aree considerate ribelli. Questi dati porterebbero il numero delle vittime a oltre 38mila.

Intanto in Siria sono arrivati gli aiuti umanitari inviati dall’Italia, i primi a livello europeo. La Farnesina ha fatto sapere di aver consegnato ambulanze, farmaci e materiali sanitari alla Mezzaluna Rossa, ong che si occupa del soccorso della popolazione siriana nelle zone terremotate nord occidentali. Non cessano le consegne di aiuti anche dalle Nazioni Unite attraverso il valico di frontiera di Bab al-Hawa, tra Turchia e Siria. Ma sul sostegno alla popolazione siriana arriva il mea culpa dell’Onu: «Finora abbiamo fallito con la popolazione del nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonati. Cercano un aiuto internazionale che non è arrivato», ha detto Martin Griffith, Coordinatore degli aiuti d’emergenza delle Nazioni Unite, che domenica ha visitato il confine tra i due Paesi colpiti dal sisma. La promessa di Griffith è quella «di correggere questo fallimento il più velocemente possibile», assicura. Anche l’Oms lancia l’allarme sulla difficile condizione della Siria, il cui sistema sanitario è stato “polverizzato” da 10 anni di instabilità e ora non è in grado di fornire cure adeguate all’emergenza.

La Turchia intanto ha annunciato un indagine per “crimini legati ai terremoti”, in cui Ankara tenterà di identificare i responsabili della costruzione dei molti edifici che sono crollati a causa delle scosse del terremoto. I procuratori hanno già iniziato a raccogliere campioni tra le macerie. Secondo le autorità turche, gran parte degli edifici andati in briciole erano stati costruiti con materiale scadente e pratiche illegali. Più di 130 persone sono già state iscritte nel registro degli indagati. Due imprenditori edili sono stati arrestati all’aeroporto di Istanbul, poco prima che si imbarcassero per un volo diretto in Georgia, mentre due persone sono state arrestate nella provincia di Gaziantep con l’accusa di aver abbattuto delle colonne portanti per fare spazio in un edificio che è poi crollato nel terremoto.