L'incidente
giovedì 5 Settembre, 2024
di Ottilia Morandelli
Svolta nell’inchiesta sull’incidente in gara di Alice Toniolli lo scorso 14 agosto. Il pubblico Ministero Michele Permunian ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l’accusa di lesioni colpose gravissime Giacomo Salvador, presidente dell’associazione Cicloturistica Vittorio Veneto che organizzava l’evento, il direttore di gara Giulio De Nardi e il suo vice Daniele Borsoi. Una ripresa lenta quella dell’atleta, dopo un grave incidente che aveva fatto temere il peggio. Le condizioni di Alice Toniolli sono in miglioramento. La giovane promessa del ciclismo italiano è stata dimessa dall’ospedale Ca’ Foncello dove era ricoverata da metà agosto.
Le novità
Toniolli ieri mattina è stata trasferita in una struttura per la terapia riabilitativa. Dal bollettino medico si apprende che la giovane è in «buone condizioni». Le ultime notizie sulla sua salute risalgono al 24 agosto, quando si era svegliata dal coma farmacologico, mostrando i primi segni di miglioramento. Riconosceva i volti di chi le stava attorno a pronunciava qualche parola. Nel frattempo la procura di Treviso aveva aperto un fascicolo con l’ipotesi di lesioni colpose gravissime. Il futuro dell’indagine dipende dalla stessa atleta, si procederà se la ciclista deciderà di sporgere denuncia.
L’incidente
La giovane era stata coinvolta in un incidente mentre correva sul «Circuito dell’Assunta» a Vittorio Veneto con la sua squadra, la Top Girl Fassa Bortolo. Era finita fuori strada, andando a sbattere con violenza la testa contro un muretto di cemento. Un violento impatto che aveva causato gravi lesioni a una delle atlete più promettenti nel mondo del ciclismo. Dalla procura di Treviso, il sostituto procuratore Michele Permunian, aveva aperto un fascicolo per lesioni colpose gravissime. Il muro dove la ragazza aveva sbattuto forse avrebbe dovuto essere munito di protezioni, questo è quello su cui vuole fare chiarezza la magistratura. La diciannovenne, originaria di Mezzocorona, stava correndo a una velocità di cinquanta chilometri orari, quando aveva imboccato un ponticello in leggera discesa, qui aveva perso il controllo della bici, cadendo rovinosamente sul tracciato, poi aveva sbattuto la testa proprio sul pilone di cemento.
L’inchiesta
Ai tre iscritti nel registro degli indagati viene contestata la mancata messa in sicurezza del pilone di cemento del ponticello contro il quale la 19enne si è schiantata. I magistrati vogliono accertare se gli organizzatori della corsa fossero a conoscenza della pericolosità di quel muretto e se fossero state prese precauzioni per limitare i rischi. La procura vuole chiarire se gli organizzatori avrebbe dovuto segnalare la spalletta, magari dotandola con del materiale morbido per proteggere le ragazze in gara da eventuali infortuni.