Il caso

giovedì 27 Giugno, 2024

Traffico di anabolizzanti in Trentino-Alto Adige, l’indagine partita da sportivi malati di tumore: 7 arresti

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L'ordine arrivava attraverso le spedizioni, il nome del destinatario era falso e il pacco veniva ritirato in fermo posta. Un'attività che fruttava circa 60mila euro al mese

Sono sette le persone finite nei guai per il traffico di anabolizzanti scoperto durante un’indagine partita da Bolzano, dopo la segnalazione della scoperta che ad alcuni giovani sportivi erano stati diagnosticati particolari tumori che in letteratura scientifica sono collegati all’uso di questo tipo di sostanze. Gli arresti sono stati eseguiti ieri, mercoledì 26 giugno, dai Nas di Trento, dando esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare (6 in carcere e 1 ai domiciliari), disposte dalla Procura dell Repubblica di Bolzano. Le persone arrestate sono tutte italiane e sono state intercettate in diverse zone d’Italia: tre a Roma, tre a Milano e una a Bolzano.
I reati contestati a queste persone sono: traffico di anabolizzanti, tra i quali anche quelli considerati stupefacenti. Reati che sarebbero stati commessi dalle persone in concorso tra loro.
Le indagini
A individuare il principale indagato sono stati i Nas di Trento, si tratta di un bodybuilder e personal trainer bolzanino che lavora nella palestra dove si allenavano i giovani che avrebbero riportato la diagnosi sospetta. L’indagine è stata condotta insieme ai carabinieri della Compagnia di Bressanone. Nonostante il principale indagato fosse estremamente cauto e attento a ciò che faceva, i militari sono riusciti a scoprirne il modus operandi. Il bodybuilder prendeva le richieste dai clienti e poi ordinava per loro gli anabolizzanti facendoli arrivare da Roma come fermo posta nella sede di una grossa catena di spedizioni. Il nome del destinatario che figurava sul pacco non era suo, ma falso per non essere identificato in alcun modo. Perfezionata la spedizione, il bodybuilder inviava ai suoi clienti un numero di tracking con il quale seguire e poi ritirare la spedizione. L’attività illecita era coperta da quella ordinaria, con la vendita di integratori consentiti. I carabinieri, raccolti i primi elementi sono riusciti a intercettare alcuni dei pacchi in arrivo, valutando la provenienza, le tempistiche di arrivo e il peso degli stessi. Durante le indagini è stato anche fermato il bodybuilder che stava viaggiando sulla sua auto con gli anabolizzanti nel bagagliaio, oltre a essere accertato che per il ritiro dei contanti dai clienti è stata coinvolta un’altra persona che è stata denunciata a piede libero.
Chi spediva da Roma e Milano i pacchi
L’ulteriore pezzo dell’indagine, è poi arrivato dai Nas di Roma che sono riusciti a rintracciare una coppia, un uomo e una donna, che ogni giorno spedivano pacchi in tutta Italia. I due si avvalevano del titolare del negozio di spedizioni, ritenuto consapevole di quanto fosse contenuto in quei pacchi, per quel silenzio assenso riceveva anche lui la sua parte.
Dopo che alcuni pacchi provenienti da Roma sono stati intercettati e bloccati dai Nas, le spedizioni dirette a Bolzano sono state trasferite da Milano, perché qui il bodybuilder bolzanino aveva trovato la sua nuova fonte di approvvigionamento, mentre lo smercio da Roma ha cambiato canale, coinvolgendo un’altra persona ancora, poi denunciata in concorso.  Unendo tutti gli elementi raccolti, studiate le evidenze, i militari hanno ottenuto concrete e concordanti evidenze di colpevolezza nei confronti delle persone finite nell’ordinanza di custodia cautelare disposta dall’Autorità giudiziaria: sei in carcere e una ai domiciliari. Sono state fatte anche delle perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati, nelle palestre bolzanine dove lavora il bodybuilder e nelle case di amici e fidanzati delle persone coinvolte dove, secondo i militari, potevano essere state portate alcune prove dell’attività criminosa. Secondo quanto emerso in fase di indagine, la somma raccolta in un mese attraverso questa attività si aggirava tra i 55mila e i 65mila euro.