Il verdetto

martedì 18 Aprile, 2023

Tragedia del volo 447, sentenza shock: «Nessun colpevole». I Familiari delle vittime: «Non ci resta altro che rabbia»

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A distanza di 14 anni, i giudici francesi scagionano Air France e Airbus. Il primo giugno 2009 morirono anche nove italiani, di cui tre trentini: Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea
Disastro Air France 2009

Non ci sono colpevoli. E, se ci sono, sono scomparsi il primo giugno 2009, finiti nell’oceano con il resto dell’equipaggio e i passeggeri del volto AF447. A distanza di quattordici anni, la giustizia francese ha messo la parola fine su una tragedia costata la vita a 228 persone. Tra di loro, nove cittadini italiani, di cui tre trentini, Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea e tre altoatesini: Georg Lercher, Alexander Paulitsch e Georg Martiner. I trentini erano tutti esponenti del mondo politico – istituzionale locale: Lenzi era consigliere provinciale e regionale, Zandonai il direttore di Trentini nel mondo, Zortea il sindaco di Canal San Bovo. Erano andati in Brasile per un un’iniziativa culturale. L’aereo finì nelle acque dell’Atlantico, al largo del Senegal dopo aver incontrato una violenta tempesta tropicale. Dopo le lunghe operazioni di recupero delle vittime, iniziò una lunga vicenda giudiziaria. Accanto al maltempo emerse, nel corso dell’indagine, una condizione «non ottimale», da parte dell’equipaggio. Alcuni dei piloti, come emerso dalle registrazioni della «scatola nera» erano di ritorno da una notte brava e dormivano o non si trovavano in cabina di pilotaggio. A governare il mezzo c’era il più giovane e inesperto dei due copiloti che avrebbe interpretato male i messaggi «Acars», quelli che mettono in comunicazione gli aerei con la comunicazione di terra. Tra questi uno avvertiva che a causa delle temperature rigide, alcuni sensori erano malfunzionanti e ha causato un errore nella valutazione della velocità del mezzo. Emerse, inoltre, che il copilota non era completamente addestrato a pilotare l’aereo in modalità manuale.
L’ultima parola è arrivata ieri da parte del tribunale di Parigi, chiamato ad accertare le responsabilità delle due imprese: la compagnia aerea Air France e Airbus, il costruttore dell’aereo.
Entrambe ne sono uscite «pulite»: «Se degli errori sono stati commessi – hanno detto i giudici – nessun legame certo di causalità con l’incidente ha potuto essere dimostrato». Non si sono fatti attendere i commenti da parte delle due realtà coinvolte. Airbus prende atto della sentenza e commente: «La compagnia conserverà sempre nella memoria il ricordo delle vittime di questo terribile incidente e rivolge il suo più profondo cordoglio all’insieme delle famiglie e dei cari». Airbus sottolinea come la sentenza sia «coerente» con il pronunciamento di «non luogo a procedere» con cui si è conclusa l’istruzione giudiziaria, nel 2019. «Siamo vicini alle famiglie — afferma la società costruttrice — a cui esprimiamo solidarietà: proseguiamo con il totale impegno nella sicurezza aerea».
La sentenza ha però scatenato la rabbia delle vittime. «Ci aspettavamo un giudizio imparziale, non è stato così — le parole di Danièle Lamy, presidente dell’associazione Entraide et Solidarité AF447 – Ci aspettavamo un giudizio imparziale, non è stato così. Siamo disgustati. Di questi 14 anni di attesa non resta che disperazione, costernazione e rabbia. Si parla di “responsabili ma non colpevoli”. Ma noi stavamo aspettando proprio la parola “colpevole”».

Zortea Lenzi Zandonai, morti nel disastro aereo del 2009

Zortea Lenzi Zandonai, morti nel disastro aereo del 2009