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giovedì 5 Ottobre, 2023

Tragedia di Mestre, identificate le 21 vittime: tra loro anche un neonato

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Escluso il coinvolgimento di altri mezzi. Guard rail sotto accusa, c'era un varco dove il bus è precipitato

Sono 21 le vittime (tra cui anche un neonato) e 15 i feriti della strage del bus caduto martedì sera dal cavalcavia della Vempa a Mestre. A bordo del pullman c’era un gruppo di turisti stranieri, tra cui ucraini, francesi, croati e tedeschi, che stava rientrando in un camping a Marghera dopo essere stato in gita a Venezia. Tra le vittime c’è appunto un neonato, un 12enne e una ragazza minorenne. Il mezzo è precipitato, dopo aver toccato i fili dell’elettricità, facendo un volo di una decina di metri. Tra le prime ipotesi dell’incidente forse un malore dell’autista, un 40enne italiano anche lui tra le vittime. Ma non si esclude neanche che il conducente si sia distratto durante la guida o un gusto al mezzo. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale. Il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi, facendo il punto sull’incidente, ha precisato. «Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi». «Non si è verificato alcun incendio – ha spiegato – né dal punto di vista tecnico né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo». Cherchi ha anche spiegato che l’identificazione delle vittime risulta complicata, per cui si potrebbe fare ricorso all’esame del Dna; ma non ce nè stato bisogno, ieri sono state identificate tutte.
I quattro pazienti coscienti ricoverati all’ospedale dell’Angelo di Mestre «dicono molte cose, chiedono informazioni dei cari che erano insieme a loro. C’erano famiglie intere, nonni, nipoti, coniugi. Ognuno chiede della propria famiglia». Lo ha detto Chiara Berti, direttrice medica della struttura. «E’ successo meno di 24 ore fa, il primo problema è di salute e poi viene anche tutto il resto», ha aggiunto. «Il primo a dare i soccorsi è stato l’autista di un altro bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato» ha spiegato il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi. «Nel dare l’allarme – ha sottolineato – ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme». Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce; lo si vede anche da un video di alcune videocamere presenti in zona. Nelle immagini, il bus dopo aver superato un veicolo, sbanda e sfonda il guard rail. E proprio il guard rail finisce sotto accusa, anche perché nel punto sfondato già c’era un varco. «Dai video il guard rail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera» ha detto l’amministratore delegato de La Linea, Massimo Fiorese, sollevando dubbi sul guard rail a protezione del cavalcavia di Mestre che il pullman ha sfondato precipitando. La Linea è l’azienda di trasporto che svolgeva questo servizio dedicato ai turisti tra il camping di Marghera e Venezia.
«Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guardrail e la modifica del parapetto» ha poi chiarito l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso.
«Nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo – ha poi aggiunto Fiorese -, quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 km/h, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si ‘appoggia’ al guardrail, si ribalta e cade giù».