La reazione
venerdì 16 Giugno, 2023
di Redazione
Lo youtuber di vent’anni che alla guida di un suv, nella sera del 14 giugno, ha travolto una Smart provocando la morte di un bambino a Roma, nella zona di Casal Polacco, è indagato per omicidio stradale. Con lui c’erano anche altri, alcuni membri del canale YouTube The Borderline, aveva affittato la costosa auto per una delle challenge abituali del gruppo. La sfida prevedeva di rimanere a bordo per 50 ore, senza mai scendere, lo scontro mortale sarebbe avvenuto proprio mentre si cimentavano in quell’attività. Auto con la quale è stata trovata la Smart sulla quale viaggiava il piccolo Manuel Proietti, un bimbo di soli 5 anni che si trovava sul seggiolino, accanto alla madre Elena, che era andata a prenderlo a scuola. Nel sedile posteriore sedeva la sorellina di 4 anni. Una tragedia immensa, il piccolo è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale Grassi di Ostia, ma non ce l’ha fatta, si è spento poco dopo. Negativo all’alcol, ma positivo ai cannabinoidi il ventenne alla guida dell’auto. A bordo del suv c’erano con lui tre ragazzi e una ragazza, le cui posizioni sono ora al vaglio della procura di Roma, che coordina le indagini della polizia locale. Nelle prossime ore sarà affidata una consulenza per valutare a che velocità viaggiasse il suv, mentre gli smartphone di tutti gli occupanti sono stati posti sotto sequestro. L’analisi dei dispositivi servirà a capire se, al momento dell’incidente, stessero girando video o facendo altro che possa aver distratto il guidatore. Non è escluso che altre persone vengano indagate nelle prossime ore per omicidio stradale in concorso. Un dolore immenso per molti e grande sconcerto per l’atteggiamento di alcuni. «Lo scandalo nello scandalo è che questi ragazzi dopo aver fatto quello che hanno fatto invece di essere dispiaciuti pensavano ai follower in modo strafottente. Una schifezza. Spero solo che questa persona marcisca in carcere. Cinquanta ore in una macchina per fare i deficienti. Vi sembra normale? Ma i genitori di questi ragazzi dove stavano? Devono arrestarli tutti, compreso quello che gli ha dato la macchina» sono le parole del papà di un compagno di classe del bambino di cinque anni morto.