L'incidente

giovedì 25 Gennaio, 2024

Tragedia in Canada, la dinamica dell’incidente e i soccorsi. Parlano i sopravvissuti: «Siamo salvi grazie a Jakob Oberrauch»

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L’ad di Sportler, benché ferito, è riuscito a lanciare l’allarme, consentendo l’arrivo dei soccorsi nell’area remota.L’elicottero avrebbe mancato il punto d’atterraggio, finendo contro il fianco della montagna: «Si è sentito un boato»

«Se ci sono sopravissuti è tutto merito di Jakob». Dopo un incidente devastante, in una zona sconosciuta, in mezzo al nulla, c’è chi ha mantenuto la calma, riuscendo a fare la differenza: è grazie, infatti, all’allarme lanciato tempestivamente dall’amministratore delegato trentaquattrenne della Sportler, Jakob Oberrauch, uno dei feriti nell’incidente che ha coinvolto un elicottero da eliski in Canada, che la maggior parte delle persone a bordo, quattro su sette (tra cui Emilio Zierock, titolare della cantina Foradori di Mezzolombardo), sono riuscite a salvarsi. È quanto emerge dai primi racconti dei superstiti, parte della comitiva sudtirolese che si trovava in vacanza nella Columbia Britannica, lo stato più occidentale del Canada. C’erano due elicotteri nei cieli sopra le Skeena Mountains, ampia catena che si aggira sui duemila metri, scelta dal gruppo per l’uscita invernale. Anche in quello che «accompagnava» il velivolo precipitato c’erano degli altoatesini: tra loro Marvin Demetz, albergatore di Ortisei e Alessandro Isotti di Bolzano. E sono proprio loro, in queste ore, a raccontare a parenti e amici cosa è successo e cosa si sa. Le ricostruzioni dell’incidente sono ancora nebulose: i feriti al massimo hanno riportato qualche parola. Un dato oggettivo, ammesso anche dalla ditta che ha organizzato l’escursione, la Northern Escape, erano le condizioni meteo: nubi basse e nevischio, con una notevole riduzione della visibilità. Una situazione che non è stata giudicata tale da mettere a rischio l’attività. Il pilota dell’elicottero, deceduto nell’impatto, avrebbe pertanto potuto trovarsi stordito dal «whiteout», il termine che si usa in inglese per descrivere una situazione, specie da tormenta, in cui è «tutto bianco» e non ci si riesce ad orientare. In uno scenario del genere, Oberrauch, che ha una lunga esperienza di montagna, oltre ad aver lanciato il segnale, avrebbe anche attivato una sonda Arva, una di quelle che si usano per trovare le persone sotto le valanghe, in modo da comunicare il punto esatto dove si trovavano.
Lo schianto sulla fiancata
Secondo le prime testimonianze della comitiva, l’elicottero avrebbe superato il punto designato per l’atterraggio, non vedendolo. Nel corso della manovra successiva, sarebbe finito contro il fianco innevato di una montagna. Le persone all’interno sarebbero state espulse fuori al momento dell’impatto. Da parte delle istituzioni canadesi (è intervenuta la Royal Mounted Police, ossia quelle che erano note come le «giubbe rosse») non è arrivata nessuna ricostruzione ufficiale. Ma intanto, le autorità hanno disposto verifiche anche da parte del dipartimento dei trasporti. Il luogo dove l’incidente è accaduto, a cinquanta chilometri a nordovest da Terrace, piccolo centro nel cuore della Columbia Britannica è difficilmente accessibile. La neve è alta, e ci si può recare solo in elicottero. Nella giornata di martedì, si sono recati sul posto degli ispettori accompagnati da un medico legale. I corpi delle persone morte: oltre al pilota, Heinzl Oberrauch e Andreas Widmann (che lascia la moglier Laura, in attesa di un bambino) giacciono ancora sulla montagna in attesa di essere recuperati.
«Protocolli rispettati»
L’unico ad aver rilasciato dichiarazioni su quanto accaduto è il titolare della Northern Escape, John Forrest, che si è detto «devastato» per l’accaduto.
«Tutte le comunicazioni con i mezzi sono avvenute seguendo i nostri protocolli – ha affermato – A un certo punto abbiamo ricevuto una comunicazione via radio da uno dei nostri clienti (Jakob Oberrauch, per l’appunto, ndr) che ci ha avvertito dell’incidente. A questo punto abbiamo attivato le nostre procedure di salvataggio, cessando tutte le attività collegate agli sci e attivandoci per la ricerca e il salvataggio. Abbiamo assicurato fin da subito la massima collaborazione con le autorità intervenute».
Il resto della comitiva
Delle testimonianze sono arrivate anche dal resto della comitiva, che si trovava sull’altro elicottero. Marvin Demetz e Alessandro Isotti che hanno scelto di rimanere in Canada per aiutare gli amici feriti: oltre a Emilio Zierock e a e Jakob Oberrauch (che ha riportato ferite alle gambe e che avrebbe ora anche una complicazione a livello polmonare) Johannes Peer, responsabile finaziario sempre di Sportler. «Abbiamo sentito un boato, una specie di forte tonfo da lontano, mentre aspettavamo l’arrivo dell’elicottero che invece è precipitato». Potrebbero essere stato proprio quello il momento in cui è avvenuto l’incidente