L'incidente

lunedì 24 Giugno, 2024

Travolta dall’auto, la Procura dispone una perizia per ricostruire la dinamica

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Annamaria Frioli è la seconda ciclista deceduta nel 2024 dopo Matteo Lorenzi

La scomparsa della signora Annamaria Frioli, investita mentre era in bicicletta giovedì scorso, ha scosso l’intera città. Una morte che porta ad interrogarsi ancora sulla sicurezza stradale e sui pericoli che ciclisti e pedoni corrono sulle strade di tutta Italia.
I numeri
Annamaria Frioli è la seconda morte in bici del 2024. La prima lo scorso maggio è stata Matteo Lorenzi, giovane ciclista di 17 anni investito da un furgone a Civezzano. Nel 2023 invece sono stati tre i morti in bicicletta sulle strade del Trentino. Nel 2022, secondo alcuni dati Istat, l’80% delle vittime della strada sono stati pedoni e ciclisti, infortuni che sono avvenuti per il 73% dei casi su strade urbane. Sulle strade italiane nel 2022 sono morte in totale 3.159 persone. I decessi sono aumentati di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. I feriti sono stati circa 223.475, anch’essi aumentati di quasi il 10%. Rispetto al 2021 nell’anno successivo le vittime della strada sono state in generale aumento, fatta eccezione per i ciclisti e per gli occupanti di autocarri. Fra le vittime sulle autovetture fra 2021 è 2022 si è registrato un aumento del 15,4%, in totale le vittime sono state 1.375, 781 tra i motociclisti (+12,4%), 70 tra i ciclomotoristi (+4,5%), 485 tra i pedoni (+3,2%). Per quanto riguarda gli utenti in bici e in bici elettrica le vittime sono state 205, in diminuzione rispetto al 2021, quando erano 220.
La sicurezza stradale
«Gli incidenti non sono una fatalità, la strada deve essere per tutti, ciclisti e pedoni inclusi», queste le parole del sindaco di Trento Franco Ianeselli qualche giorno fa, dopo la morte di Annamaria Frioli, investita in Via Maccani. Ma la strada, come spiega Fiorenzo Dalmeri di Aci Trento, non è stata pensata e costruita per tutti. «Il dramma degli investimenti in bicicletta è un problema sistemico -spiega- a pagare le spese della disattenzione sulle strade sono sempre gli utenti deboli, i ciclisti e i pedoni. Le strade non sono state pensate adeguatamente per loro, vanno bene solo per le autovetture che spesso disattente coinvolgono ciclisti, pedoni ma anche motociclisti in incidenti troppo spesso fatali». Purtroppo come racconta ancora Dalmeri «la convivenza fra bici e auto a volte è difficile, la bici è un mezzo incerto, se cade un ciclista spesso le conseguenze sono gravi». Rimane fondamentale in questo scenario rispettare «gli utenti deboli della strada, mantenendo alta l’attenzione».
La perizia cinematica
Intanto il titolare dell’inchiesta, il pm Alessandro Clemente, ha disposto una perizia cinematica per fare piena luce sul tragico incidente, per chiarirne le dinamiche, per ricostruire ogni fase nel dettaglio e individuare quindi le singole responsabilità. Per inizio settimana la Procura procederà alla nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Ad avvalersi di un proprio consulente di parte, un ingegnere, sarà anche l’automobilista, un ragazzo di 22 anni, il cui nome è riportato sulla copertina del fascicolo aperto con l’ipotesi di omicidio stradale. Quale indagato appunto. Stando al suo avvocato, Claudio Tasin, «è distrutto e sconvolto per quanto accaduto». Ha affermato di aver rispettato i limiti e di non aver visto arrivare la donna che viaggiava in bici e che, in quel momento, con tutta probabilità, stava attraversando la strada.