pallavolo

mercoledì 17 Maggio, 2023

Quattromila «gialloblù» per la finale scudetto

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Presenti anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e il direttore generale dell’Apss Antonio Ferro

La coda ha iniziato a formarsi ordinata già da due ore prima del fischio d’inizio. Le bandiere a scacchi gialli e blu arrotolate, pronte per sventolare sopra gli spalti. C’è chi il colore se l’è impresso sul viso, per tifare in ogni modo la squadra del cuore. Alla Blm Group Arena, prima della gara che avrebbe assegnato lo Scudetto 2023 del campionato di pallavolo maschile all’Itas, sono arrivati più di tremila tifosi gialloblù. Hanno riempito il PalaTrento, lasciando solo un piccolo spazio alla Cucine Lube Civitanova. Chi è arrivato in gruppo, chi alla spicciolata. La famiglia di tifosi, marito e moglie abbonati da oltre dieci anni, gli amici che si ritrovano per tifare in curva. Arrivano anche volti noti della città. Dal sindaco di Trento Franco Ianeselli al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, al direttore generale dell’Apss Antonio Ferro accompagnato dal figlio. Manca poco all’inizio della partita quando all’ingresso si avvicina uno dei volti bandiera dell’Itas. Indossa la maglia numero 10 con cui ha calcato il parquet del Pala Trento per tanti anni. Sono qui per tifare Itas», dice con orgoglio, mostrando la maglia, l’ex storico della Trentino Volley Filippo Lanza. Tra i primi ad arrivare, per assaporare anche il prepartita, ci sono Maria Monti e Stefano Rosanelli. Sono due storici abbonati. Stefano, maglia della Trentino Volley e sciarpa al collo, tiene in tasca un campanaccio da suonare durante la partita. «È stata una stagione incredibile, non può che finire con i fuochi d’artificio», dice Maria. Neanche nell’addio annunciato dall’allenatore Angelo Lorenzetti vede una sbavatura, perché, tutto sommato, «dopo diversi anni è giusto cambiare». Non è un pensiero isolato. Resta il dispiacere per un capitolo che si chiude, ma in fondo il cambio non fa paura. Per Aurora, 24 anni, seduta in curva Gislimberti «solo Andrea Giani sarebbe degno di sostituire un mito come Lorenzetti». Marco Previdi è arrivato con il figlio Paolo per la finale. Segue l’Itas «da quasi 23 anni». E nella squadra che ieri si giocava lo scudetto rivedeva lo stesso pilastro che aveva guidato l’Itas volley a vincere il suo primo campionato, nella stagione 2007-2008: il capitano Matey Kaziyski. Oggi è anche per il figlio un punto di riferimento. «Ha trascinato la squadra nei playoff da vero leader di un progetto bello e giovane. La squadra mi piace già così com’è oggi. Nuovi acquisti? Serve un opposto di peso».