L'associazione

domenica 16 Giugno, 2024

«Trentini nel mondo», caso sui soci sospesi in Bosnia. Arriva l’interrogazione in consiglio provinciale

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Al centro il circolo di Stivor, uno dei più antichi. Paccher (Lega): «Modalità non prevista dallo statuto»

Un’interrogazione provinciale e un piccolo borgo della Bosnia aprono un «caso» attorno alla Trentini nel Mondo, l’associazione che dal 1957 opera con finalità di solidarietà sociale e come strumento di aggregazione e assistenza per i migranti trentini e i loro discendenti, e alla sua recente assemblea elettiva. A firmare l’interrogazione, rivolta direttamente al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, sono i consiglieri provinciali della Lega Alberto Paccher, Stefania Segnana e Mirko Bisesti. Provincia chiamata a esprimersi su quanto successo perché, ricordano i consiglieri nel testo dell’interrogazione, «Solo nel 2023, l’Associazione ha incassato dalla Provincia oltre 770.000 euro destinati alle spese di gestione dell’associazione, alle attività associative, nonché agli interventi di solidarietà (spese di gestione, sussidi e assegni di studio) e alcuni finanziamenti di specifici progetti».

L’interrogazione
Nel testo consegnato al Consiglio provinciale i consiglieri scrivono che «si apprende ora che negli scorsi mesi, un discreto numero di soci dell’associazione siano stati«sospesi» (opzione non prevista né da parte dello Statuto né da parte del Regolamento attuativo) dal Consiglio direttivo dopo essere stati ammessi con delibera dello stesso solo pochi giorni prima». I consiglieri notano poi che «tale operazione si colloca nelle settimane precedenti l’Assemblea annuale del 20 aprile che nel caso dell’anno in corso prevedeva anche il rinnovo delle cariche elettive». A questo punto i soci soggetti alla sospensione hanno «fatto ricorso all’azione di un avvocato per chiedere il rispetto dello Statuto e del Regolamento, la restituzione della qualifica di socio o in ultima opzione che il loro appello fosse portato in Assemblea». Tuttavia, raccontano i consiglieri, Trentini nel Mondo non solo non ha risposto né concesso ai sospesi alcun appello, ma pare che «abbia addirittura impedito fisicamente a tali persone di partecipare all’assemblea negando quindi anche il diritto di voto (e di possibile candidatura alle cariche elettive) a soci regolarmente accolti con delibera del consiglio direttivo».

La disputa in Bosnia
È poi il consigliere Paccher a spiegare più nel dettaglio la storia che muove i suoi passi da Stivor, un piccolo paese della Bosnia di 270 abitanti, tutti di origine trentina valsuganotta. Si perché lì si andarono a insediare parecchie famiglie della Valsugana dopo l’alluvione del Brenta del 1882. E con il passare del tempo questo piccolo paese è diventato una vera e propria enclave trentina in terra bosniaca. «Lì è sempre esistito un circolo di Trentini nel Mondo – spiega Roberto Paccher – Solo che alcune persone del posto si lamentavano della sua inattività e hanno quindi deciso di fondarne uno nuovo con cui rilanciare le relazioni». Così alla fine del 2023 il nuovo circolo ha completato le formalità e chiesto l’ammissione a Trentino nel Mondo. «Ammissione del circolo e dei soci che è stata accolta a gennaio senza che ci fossero problemi – spiega Paccher – Però poi è saltato fuori che c’era un contenzioso tra il nuovo circolo di Stivor e quello vecchio». A questo punto quindi, pare in autotutela, Trentini nel Mondo ha deciso di sospendere i nuovi associati. «Ma lo Statuto dell’associazione non prevede questa possibilità – precisa Paccher – Un socio può essere ammesso, può essere respinta la sua richiesta oppure può essere espulso per motivi fondati. Ma la sospensione non esiste».

L’elezione
In tutto questo quindi una decina di associati non è riuscita a partecipare ad una votazione, quella per eleggere il nuovo presidente di Trentini nel Mondo, che vedeva fronteggiarsi Armando Maistri e Maria Carla Failo e che ha visto vincere quest’ultima ma per una manciata di voti. C’è di più nel testo dell’interrogazione i consiglieri scrivono che «sembrerebbe che durante l’assemblea si siano verificate alcune irregolarità al momento del voto, in relazione alla modalità di voto via delega». Per questo motivi i consiglieri hanno chiesto alla Provincia di approfondire la questione.