L'evento
martedì 2 Luglio, 2024
di Johnny Gretter
Domenica si è chiusa la sesta edizione di «Trentino 2060», il festival di divulgazione organizzato dall’associazione Agorà in collaborazione con la Cassa Rurale Valsugana e Tesino. Quest’anno il tema cardina era «Riorientare il futuro», indagare le basi della conoscenza e degli eventi geopolitici per comprendere il futuro in modo più profondo. Da Enrico Giovannini a Vera Gheno, da Ilaria Capua a Matteo Bordone, sono stati tantissimi i grandi nomi presenti.
«È stata la miglior edizione di sempre», dice con soddisfazione Davide Battisti, direttore scientifico del festival. «Di anno in anno abbiamo visto aumentare il numero dei partecipanti: quest’anno abbiamo superato le 3500 presenze, con picchi di 650 persone negli eventi di domenica pomeriggio: i più seguiti sono stati gli interventi di Mannocchia, di Nazzi e di Bordone, con dei numeri abbastanza simili tra di loro. È stato un pubblico che non solo viene da tutto il Trentino, ma anche dall’Alto Adige e dal Veneto, da città come Venezia e Padova».
Dunque, anche quest’anno il festival ha incassato numeri da record, grazie a un meteo particolarmente fortunato. «Non siamo mai scesi sotto i 120 partecipanti, nemmeno per i laboratori», prosegue Battisti. «Questo ci rende felici e orgogliosi: vuol dire che il progetto sta diventando sempre più consolidato. Grazie a questa struttura che si è creata possiamo ambire a fare sempre di più, confrontandoci maggiormente col territorio. Se continuiamo a portare persone a Borgo Valsugana abbiamo bisogno anche di un supporto, e che le realtà e gli esercenti locali colgano l’opportunità di questo festival che vede la cultura come strtumento di trasformazione del territorio. Quest’anno è la riprova che Trentino 2060 è un volano economico: gli esercenti sono quasi andati in sofferenza con tutte queste persone».
Una novità del festival di quest’anno è stata la mobilitazione di un folto gruppo di volontari. «Il 2024 è stato il primo anno in cui ci siamo avvalsi di un aiuto rispetto al comitato organizzatore», spiega ancora Battisti. «Siamo una quindicina di persone che lavora tutto l’anno per la realizzazione di questo festival: ma nelle ultime settimane di giugno ci siamo fatti aiutare anche dai volontari dell’alternanza scuola lavoro, provenienti dall’istituto Marie Curie e sopratutto dal Degasperi. È stata un’occasione per passare delle competenze nell’organizzazione di eventi a una fascia d’età più giovane rispetto a quella di noi organizzatori. Inoltre, abbiamo collaborato anche con l’associazione Oltre di Novaledo, che ci ha sostenuto durante tutto il festival».
Adesso, l’attenzione di Agorà è già rivolta alla prossima edizione. «Abbiamo già firmato un accordo con la Cassa Rurale Valsugana e Tesino, che ci impegna reciprocamente a prevedere un’edizione 2025», afferma l’organizzatore. «Anche in questo caso, l’ottica è quella di consolidare sempre di più il progetto. Abbiamo alcune idee in cantiere, che riveleremo nei prossimi mesi».
A questo si aggiunge anche l’intenzione di rendere disponibili in modo permanente i riassunti delle conferenze di quest’ultima edizione. «Vorremmo evidenziare alcuni punti programmatici che secondo il comitato organizzatore e gli stakeholder sono particolarmente importanti», conclude Battisti. «Vogliamo lasciare qualcosa di concreto al territorio, alcune linee che possano essere utili alle amministrazioni e alla società civile, per tracciare una direzione verso un futuro desiderabile. Come diciamo sempre, il nostro non è un festival sul territorio ma un festival del territorio: vogliamo che si accorga delle occasioni che un festival di queste dimensioni può creare in un contesto come il nostro. Sarebbe bello avere anche in Valsugana delle strutture che possano ospitare questi eventi anche al chiuso, in caso di meteo avverso».