I numeri

domenica 6 Ottobre, 2024

Trentino Music Arena: il buco finale è di 2,6 milioni

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Il dato emerso durante la riunione del Cda del Centro Servizi Santa Chiara. Per appianare il debito l'ente punta a utilizzare il fondo patrimoniale

Alla fine l’estate della Trentino Music Arena è costata 3,6 milioni di euro alle casse del Trentino, che tolto il milione stanziato dalla giunta in primavera, con delibera dell’assessora Gerosa, si traduce in un buco di 2,6 milioni di euro per il Centro servizi culturali Santa Chiara. Un debito che ora va ripianato, per mettere in sicurezza i conti dell’ente deputato a organizzare l’attività culturale del Trentino, ma il percorso non sarà facile. E lo strascico dell’«Affaire Trentino Music Arena», che ha messo in crisi i conti di un ente fino a quel momento virtuoso, si sta facendo sentire anche all’interno del Consiglio di amministrazione dell’ente.

Il resoconto
Alla fine il debito lasciato dai concerti estivi a San Vincenzo dovrebbe ammontare a 2,6 milioni di euro. Questa la cifra riferita dal direttore del Santa Chiara Massimo Ongaro al Consiglio di amministrazione che si è riunito in due occasioni questa settimana. Si tratta di un punto di caduta non lontano da quello che i revisori dei conti temevano e che era stato stimato a metà estate dopo che i costi degli eventi di giugno e luglio erano stati più alti di quanto preventivato. Sul «T» quotidiano erano state analizzate nel dettaglio le spese. I cachet degli artisti hanno superato i 600mila euro, a cui poi vanno aggiunti i costi del palco, con service luci e audio, la promozione e la pubblicità e infine i servizi di logistica e sicurezza. Questi ultimi in particolare sono risultati ancora una volta eccessivi perché valutati sulla grandezza dell’area e non sul numero di partecipanti. Anche questi ultimi, in parte anche a causa del maltempo, a volte hanno deluso le aspettative. Solo la prima serata del «Drip Festival», con oltre 7mila partecipanti, ha superato le attese, mentre altre hanno deluso e il concerto di Achille Lauro è stato cancellato per lo scarso numero di prevendite.

Il piano di rientro
Chiuse le avventure estive della Trentino Music Arena è quindi rimasto il debito di 2,6 milioni di euro da sistemare. Come? Non è così semplice come un bonifico della Provincia verso l’ente. La Provincia infatti aveva incaricato il Santa Chiara di organizzare l’estate della Trentino Music Arena con una delibera, a firma dell’assessora Gerosa, che indicava una somma precisa: un milione di euro. Il debito generato è quindi fuori bilancio. Questo significa che la giunta provinciale per ripianarlo dovrebbe quindi chiedere il parere della Corte dei conti. Quindi se lo approvasse senza il via libera gli assessori si troverebbero esposti al rischio che la procura contabile chieda poi a loro di saldare l’ammanco dalle casse pubbliche. Il direttore Ongaro avrebbe quindi proposto un diverso piano di rientro: recuperare 1,9 milioni di euro dal fondo patrimoniale del Santa Chiara e 700mila euro dai fondi per l’attività ordinaria del Centro. In questo modo poi la Provincia potrebbe legittimamente rimpinguare il fondo patrimoniale dell’ente alla prossima manovra di bilancio.

Le reazioni del cda
Tutto fatto? Non così in fretta. In primo luogo perché i 700mila euro per l’attività ordinaria non arrivano solo dalle casse dalla Provincia, ma anche da quelle dei Comuni di Trento e di Rovereto e dovrebbero servire per la normale attività del Centro: le sue stagioni teatrali e la programmazione culturale annuale. In secondo luogo perché il cda ha preferito non esprimersi, chiedendo prima degli approfondimenti: in particolare un parere legale sul piano di rientro e poi se la Provincia avesse visionato il rendiconto della Trentino Music Arena. Già la Provincia, il convitato di pietra di questa storia. Non solo perché l’ente ha organizzato gli eventi della Trentino Music Arena su sua indicazione, ma anche perché la sua presenza, nella figura del presidente Fugatti o dell’assessora Gerosa, era stata richiesta sia dal collegio dei revisori dei conti sia da alcuni consiglieri di amministrazione. Un’assenza che non è quindi passata inosservata tanto che, nel corso della riunione di martedì del cda, un consigliere di maggioranza, una volta constatato che la Provincia non si era presentata, ha preferito lasciare l’incontro in segno di protesta.