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mercoledì 26 Aprile, 2023

L’orso Mj5 fa perdere le sue tracce

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Oggi nuovo incontro a Roma: presenti anche le associazioni animaliste
L'orso MJ5

Nei giorni scorsi era stato localizzato tra la val Rendena e la val di Sole sul crinale a nord della catena montuosa del Brenta, nel punto di collegamento tra le due valli. Ma ora MJ5, l’orso che il 5 marzo scorso ha aggredito Alessandro Cicolini in val di Rabbi, ha fatto perdere le sue tracce. Intanto quest’oggi a Roma, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), tornerà a riunirsi il tavolo tecnico sull’emergenza orso in Trentino. E al tavolo saranno presenti anche le associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative. Tra queste la Lav che ha commentato: «Prendendo atto favorevolmente del cambiamento di posizione del ministro Pichetto Fratin che ha aperto alla possibilità di trasferimento in sicurezza di Jj4 e contro la sua uccisione, oltre a proporre tutte le misure necessarie a favorire la convivenza pacifica tra umani e orsi che la Provincia di Trento non ha mai attuato, chiederemo anche l’avvio immediato di azioni a tutela dei cuccioli di JJ4».

Mj5 ancora da localizzare
Quanto all’orso di diciotto anni che a inizio marzo, nei boschi di Malè, ha aggredito il fratello del sindaco di Rabbi, le ricerche del corpo forestale non si interrompono. Ma «per Mj5 ci vorrà tempo: dobbiamo cercare di capire dov’è finito e poi metteremo in piedi la macchina per la cattura», spiega Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia. Mj5 può percorrere fino a 30 chilometri al giorno. In passato l’orso aveva scavalcato anche i confini provinciali, arrivando fino in Alto Adige. Tra il 2016 e il 2019 si era reso responsabile di 27 danni ad allevamenti, tra predazioni di pecore, lama e attacchi su apiari. Poi aveva fatto perdere le sue tracce. Non è quindi la prima volta. Ora i forestali stanno raccogliendo tutti i campioni biologici (dai peli agli escrementi) per ricostruire i suoi spostamenti. Le indagini genetiche della Fondazione Edmund Mach, però, non sono immediate. Le analisi richiedono qualche giorno. Mentre «per M62 le ricerche non ancora iniziate», dice Giovannini. Si attende, infatti, l’ordinanza da parte del presidente della Provincia, che arriverà dopo il parere dell’Istituto per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), ente del ministero dell’Ambiente.

Il comitato per Andrea Papi
Intanto il comitato «Insieme per Andrea», nato in nome di Andrea Papi, il runner ucciso il 5 aprile da JJ4 a Caldes, poco distante da casa, prosegue nelle sue attività. Lunedì sera, nel corso della prima riunione operativa che si è tenuta a Malè, è stata nominata l’ex sindaca di Rabbi Franca Penasa quale coordinatrice del comitato tecnico scientifico di cui faranno parte degli esperti, tra cui scienziati e zoologi. «Lo scopo del comitato – fa sapere il presidente Pierantonio Cristoforetti, già sindaco di Malè – è anche quello di arrivare alla revisione del progetto Life Ursus e i nostri esperti potranno confrontarsi con quelli della Provincia sul tema. Da parte nostra proporremo una soluzione radicale al problema: la gente qui ha paura e terrore di orsi e lupi, deve tornare libera di usufruire degli spazi che sono sempre stati suoi». Sono già migliaia (anche appartenenti ad associazioni dell’arco alpino) coloro che hanno manifestato la loro intenzione di aderire al comitato. Di qui a breve potranno farlo sottoscrivendo un modulo oppure procedendo direttamente online, attraverso il sito internet presto in Rete. E chi aderirà potrà, a sua discrezione, partecipare alla raccolta fondi che verrà aperta per aiutare la famiglia di Andrea Papi a sostenere le spese legali (prossima l’apertura del conto corrente dedicato). Programma e iniziative del comitato saranno comunque rese pubbliche nel corso della serata che si terrà al cinema teatro di Malè il prossimo 12 maggio.