L'intervista

martedì 23 Luglio, 2024

Il ragno violino è davvero pericoloso? I consigli dell’esperto

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L'approfondimento con l'entomologo che collabora con il Muse di Trento, Nicola Orempuller che chiarisce le informazioni su una specie che sta creando allarmismo
Ragno Violino (Foto dal sito Aracnofilia)

A metà luglio un uomo è deceduto una settimana dopo una gita in campagna dove sarebbe stato morso o punto da un aracnide o un insetto. L’ipotesi avanzata, circolata e rimbalzata su siti d’informazione, blog e giornali creando in certi uno stato di allarme è che, a mordere l’uomo, possa essere stato un ragno violino. Per comprendere meglio la questione, ne abbiamo parlato con un esperto, l’entomologo Nicola Orempuller che oltre a collaborare con il Museo delle Scienze di Trento, organizza giornate di approfondimento sugli imenotteri.

Il ragno violino è tornato agli onori della cronaca, come già accaduto negli anni passati, per un sospetto morso letale
«Nel mondo dell’informazione digitale ci sono notizie che ciclicamente appaiono. Una di queste, appunto, è quella del temutissimo ragno violino, il cui nome scientifico è Loxosceles rufescens. È una specie autoctona, non alloctona come è stato erroneamente riportato da qualcuno. Il primo dato registrato sulla sua presenza sul territorio risale a un centinaio di anni fa. Realisticamente possiamo definirlo tipico della fauna mediterranea, è infatti presente in diverse zone d’Italia».

E in Trentino, ci sono ragni violino?
«Questo tipo di ragno, in Trentino, non è segnalato ufficialmente. Occorre ricordare, però, che questa specie ama il caldo afoso e umido. Il Trentino non è quindi esattamente l’ambiente più giusto per lui. Fuori casa è difficile che sopravviva. Dentro casa, invece, potrebbe esserci e arrivare con il commercio e lo scambio di pacchi e merci».

Perché il ragno violino viene considerato pericoloso? Quanti ragni ci sono in Italia?
«In Italia e in Trentino ce ne sono molti di ragni. Il focus lo possiamo trovare su quelli che hanno rilevanza medica nella Penisola, come appunto il ragno violino e la vedova nera, o scientificamente “Latrodectus tredecimguttatus”. Rilevanza medica non significa però che sia mortale. Bisognerebbe iniziare a ragionare e correggere tanti articoli che fanno click baiting che si trovano in rete e fanno disinformazione. In quest’ultimo caso, come in altri registrati, non c’è stata la prova che il morso sia di un ragno violino. Parliamo di un aracnide non aggressivo, che solitamente non morde e quando lo fa, non crea dolore. Gli effetti, poi, si verificano qualche giorno dopo. Non c’è, però, ad oggi, un modo certo per riconoscere il morso di ragno violino o di altra specie. Quando si accede al pronto soccorso, spesso, si crede che se ci sono due buchi è stato il ragno, se è uno è stata la vespa. E poi occorre considerare che la reazione cutanea è soggettiva, così come quella al veleno. Non sono poi mai da escludere le condizioni della persona che viene punta o morsa. Questo significa quindi che, visto che il veleno del ragno violino è potenzialmente di rilevanza medica, questo diventa capro espiatorio».

E la realtà provata qual è?
«La realtà, da quello che sappiamo, è che il morso di un ragno violino si risolve in poco, causa o un arrossamento pruriginoso (maggioranza dei casi) o una lesione cutanea che magari fa un po’ fatica a cicatrizzarsi e si verifica del rossore cutaneo. Se, proprio, si verifica un effetto necrotico del veleno, occorre rivolgersi a un medico. Gli esperti a cui rivolgersi, in questo caso, sono i medici e i ricercatori del centro antiveleni. Quello che però è importante sottolineare è che non siamo davanti a un’emergenza sanitaria né ambientale. Sono altre le emergenze. Inoltre, non si deve generalizzare. Quello che troviamo in Italia non è come il ragno violino che c’è in America o in Australia e questa cosa spesso non viene considerata, creando solo confusione».

Come si può combattere questa disinformazione su un argomento tanto complicato?
«Sicuramente cercando notizie da fonti attendibili, come può essere il sito di Aracnofilia – Associazione Italiana di Aracnologia, l’associazione italiana di aracnologia. Ci sono canali divulgativi seri, dove i contenuti vengono realizzati da esperti della materia e che consiglio di visionare prima di allarmarsi».

Il clamore su questo ragno, spiegano da Aracnofilia, è iniziato intorno al 2017, ma non ci sarebbero evidenze scientifiche e mediche sulle conseguenze letali legate a un morso di questa specie. «Come molti ragni, Loxosceles è abile ad adattarsi – spiegano da Aracnofilia – Quello che lo ferma è prevalentemente il freddo, piuttosto che la mancanza di umido. Tanto che dalla pianura padana in su in ambiente aperto non resiste durante gli inverni».