L'inchiesta
domenica 2 Marzo, 2025
Trento, avvocato ruba dal conto dell’anziana sua assistita: indagato e sospeso dall’ordine
di Benedetta Centin
Il 56enne era amministratore di sostegno: in 18 mesi ha prelevato allo sportello oltre 14mila euro per sé. La Procura, che ha chiuso le indagini, gli contesta il peculato e il non aver presentato i rendiconti per 10 anni
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Avvocato, avrebbe dovuto gestire i soldi dell’anziana di cui era stato nominato amministratore di sostegno. Invece li ha spesi per sé, prelevando somme di denaro allo sportello bancomat ogni qual volta ne avesse necessità. Un totale di 14mila 400 euro nell’arco di appena diciotto mesi, tra fine 2019 e primavera 2021. E questo all’insaputa dell’anziana (che è morta due anni fa all’età di 76 anni). E non certo per provvedere a delle spese necessarie per lei. Ovvio, pure senza uno straccio di autorizzazione da parte del giudice tutelare. Giudice a cui il legale non ha nemmeno depositato i rendiconti annuali, in violazione dell’obbligo a cui era tenuto quale amministrazione di sostegno, tanto che l’incarico gli è stato revocato. E non è tutto perché il 56enne ha anche ignorato l’ordine di comparizione a due udienze dello stesso magistrato. Tutto questo almeno secondo il quadro accusatorio della Procura che ha contestato al professionista di Trento – nel frattempo sospeso dall’ordine degli avvocati – l’ipotesi di reato di peculato e pure quella di omissione o rifiuto di atti d’ufficio.
Ora il pm titolare del fascicolo ha chiuso le indagini preliminari. E questo significa che l’indagato avrà venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o per farsi interrogare. Scaduti i termini lo stesso pm potrebbe anche esercitare l’azione penale nei confronti del professionista.
Le contestazioni
I fatti per i quali il 56enne potrebbe anche ritrovarsi a processo sarebbero avvenuti nel corso di diversi anni. In particolare tra 2019 e 2021 per quanto riguarda l’ipotesi di peculato e tra l’estate del 2014 e la primavera dell’anno scorso rispetto invece ai rendiconti non depositati. La nomina di amministratore di sostegno risaliva a undici anni fa, al 2014, quando il legale aveva anche prestato giuramento. I prelievi anomali, non autorizzati né tanto meno giustificati sul conto dell’ignara pensionata trentina, sarebbero iniziati poco più di cinque anni dopo. E sarebbero proseguiti per un anno e quattro mesi. Una sfilza, fino all’importo di quasi 15mila euro. Prelievi tutti allo sportello bancomat, di cui ogni volta rimaneva traccia. Che fine abbiano fatto quei soldi lo dovrà spiegare l’indagato, di certo c’è che il conto corrente dell’anziana nel frattempo deceduta così si è in parte svuotato. E gli eventuali eredi potrebbero anche costituirsi parte civile in un ipotetico processo.
Assente in udienza
C’è poi la contestazione di non aver presentato i rendiconti annuali con la situazione patrimoniale della pensionata. Non una carta, per quanto l’avvocato fosse tenuto anche a queste incombenze. Evidentemente lo ha fatto anche per non far emergere le presunte discrepanze, gli ammanchi.
E a nulla è valso neppure l’ordine del giudice tutelare che gli imponeva di presentarsi in udienza. Nel 2021 e l’anno scorso. Il legale non si è fatto vedere. Ed è scattata la segnalazione che ha poi dato il via al procedimento penale. Dall’altra anche l’ordine degli avvocati ha preso provvedimenti sospendendo il collega, il quale avrà modo di far valere le sue ragioni, di difendersi, di spiegare davanti ai magistrati.