L'opera

lunedì 28 Aprile, 2025

Trento, ecco come sarà la passerella ciclo-pedonale sull’Adige: un ponte sospeso in acciaio di 230 metri collegherà via Verdi all’ex Italcementi

di

Approvato dalla giunta comunale il documento di indirizzo. Costo: 5,7 milioni di euro

La Giunta comunale ha approvato il documento di indirizzo per la progettazione della passerella ciclo-pedonale sull’Adige.
L’opera – a cura del progetto Mobilità e rigenerazione urbana – costerà 5 milioni e 785 mila euro, il 95 per centro coperto da contributo provinciale mentre il restante 5 per cento dal bilancio comunale. Entro ottobre andrà realizzato il progetto di fattibilità tecnico-economica. Il concorso di progettazione sarà bandito tra maggio e giugno.

Questo collegamento ciclo-pedonale tra le due sponde del fiume Adige avrà la funzione di elemento di raccordo tra il centro della città e le importanti funzioni previste nell’area denominata “ex Italcementi” di prossimo sviluppo in Destra Adige, tra le quali il grande parcheggio di attestamento e la stazione intermedia dell’impianto a fune per Sardagna e il Monte Bondone.
La passerella proseguirà l’asse viario di via Verdi per arrivare sulla sponda destra dell’Adige a sud della Motorizzazione, dove ci sarà la fermata intermedia del nuovo impianto a fune per il Bondone.
Il ponte avrà una larghezza non inferiore a 5 metri e una lunghezza complessiva di circa 230 metri. La struttura dovrà scavalcare con una campata unica il fiume Adige, senza interferire con Lung’Adige San Nicolò, tenendo conto anche di via Sanseverino e della rete viabilistica e ciclo pedonale esistente.

La passerella sarà definita da un disegno lineare con struttura in acciaio appesa per mezzo di cavi d’acciaio e sostenuta da due piloni all’esterno dell’alveo.
L’opera è frutto di un’intesa tra Comune di Trento e Provincia autonoma di Trento ed è inserita negli strumenti di pianificazione e nel Pums.
I progetti della passerella e della stazione intermedia dell’impianto a fune (con relativo parcheggio) stanno procedendo parallelamente e in maniera coordinata al fine di valorizzare le potenzialità comuni tenendo contro delle reciproche interferenze.

L’intervento si colloca in un progetto di mobilità più ampio descritto nel cosiddetto “Metaprogetto”, strumento metodologico di cui la città si è dotata per affrontare, coerentemente con i principi della transizione ecologica, la rilettura del proprio territorio.