Il concerto
mercoledì 4 Settembre, 2024
di Gabriele Stanga
Se n’era parlato tanto nelle scorse settimane per questioni più economiche che musicali. Alla fine sono arrivati anche sul palco. Ad attendere gli Europe ieri sera alla Trentino Music Arena c’erano più di 3.000 persone secondo le stime iniziali. Numeri buoni rispetto agli altri concerti dell’Arena anche se le attese iniziali erano ben altre. A farla da padrona giacchetti in pelle, nonostante il caldo estivo, jeans strappati e magliette di artisti rock e metal da Rob Zombie ai Greta Van Fleet. E poi ovviamente il merchandising ufficiale della band. Un pubblico di appassionati del genere eterogeneo per età e provenienza, anche se c’era una certa prevalenza di ascoltatori che erano adolescenti nel periodo di apice della band. È il caso di Arianna e Alice, due sorelle di 41 e 49 anni arrivate direttamente da Roma per sentire la band: «Da noi non vengono dal 2010. Abbiamo visto tutti i concerti, il primo è stato il 29 febbraio 1989 al Pala Eur. Il più bello? All’Atlantico per il trentennale». Altro fan di vecchia data è Luca, in compagnia della moglie Valentina e del figlio Giovanni: «Siamo di Vicenza, abbiamo fatto il Passo della Fricca per venire qui (ride). Sono la mia band preferita da quando ero piccolo. È la terza volta che li vedo, la prima è stata a Bolzano. Ho avuto anche l’opportunità di scambiare due chiacchiere col tastierista Mic Michaeli. Sono molto affezionato al periodo tra gli anni ‘80 e ‘90». Gli fa eco la moglie: «Anch’io li ascoltavo già da prima di conoscerlo, finalmente poi ho trovato quello giusto con cui andare ai concerti». La buttano più sullo spirito Melissa e Davide (30 anni da Trento): «Siamo qui per supportare la musica recente (ride). No, sono un gruppo storico che vale la pena vedere». Qualche pecca, però nella promozione: «All’inizio sembrava una fake news, c’era un po’ poca informazione. Abbiamo comprato i biglietti ieri».
In macchina dalla Croazia è venuta la famiglia Fabris, moglie, marito e figlia: «Sono la mia band preferita dalle scuole superiori – racconta la madre – era la data più vicina dalle nostre zone e siamo venuti apposta. Eravamo già stati a Trento ed è una bellissima città. Ne abbiamo approfittato per una visita». Le canzoni più attese, scontato dirlo, erano Carrie, Cherokee e The Final Countdown. Invece gli Europe cominciano con on Broken Wings, poi Rock The Night. Joey Tempest ha ancora i capelli lunghissimi, solo un po’ meno cotonati. Voce sempre carica di vibrato, anche se un po’ forzato rispetto ai tempi d’oro. C’è un piccolo problema tecnico e lui canta: «Vaffanbagno», risate degli spettatori, poi botta e risposta. C’è spazio anche per brani meno noti come Scream of Anger tratta da Wings of Tomorrow. A metà scaletta alla fine arriva davvero Carrie. Dal pubblico si leva un urlo. La cantano tutta, applausi. È questo l’highligt della serata prima degli ultimi tre brani, altrettanto attesi: Superstitious, Cherokee e soprattutto The Final Countdown. Tastierone che per un attimo porta davvero agli anni ‘80 e una melodia che conoscono anche le pietre della Music Arena. L’unico vero tormentone della band svedese. Non si poteva che concludere con quella.