sicurezza
mercoledì 20 Novembre, 2024
di Davide Orsato
Il segreto per far sì che funzionino è l’organizzazione: poche ma precise regole per comunicare «movimenti sospetti», chat ufficiale e approvate e un referente in contatto con la polizia locale. Sono partiti a rilento, soprattutto se confrontati con iniziative analoghe in Lombardia e Veneto e anche il Covid ci ha messo lo zampino (il primo protocollo è stato firmato nel 2019). Ora i gruppi di controllo di vicinato a Trento sono una realtà che si sta stabilizzando. Ad aprile ne erano già attivi sedici, a breve saranno venti: muovono oltre 150 volontari su gran parte del territorio (sei circoscrizioni, ma a breve diverranno otto sul totale delle dodici cittadine).
La mappa
La prima zona ad attivarsi è stata quella del centro e di Trento Nord: ci sono chat attive in zona San Martino e via Pranzelores / piazza Tridente, per il quartiere Centochiavi – Solteri. mentre più recentemente si è attivato un gruppo di cittadini in Largo Carducci a presidiare il centro storico. A Meano esistono due comitati (Vigo e Gazzadina) mentre sull’Argentario, zona che ha la fama di essere «tranquilla» ce ne sono ben cinque a coprire diverse aree di Martignano e Cognola. A Gardolo attive due, una per Canova e una per Spini.
Più «lenta» la partenza in zona sud dove ora si contano tre gruppi in circoscrizione Oltrefersina. Uno di questi è quello della Bolghera che, quest’estate ha sollevato il caso delle persone che stazionavano sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio, dove poi è stata innalzata la recinzione. Ci è voluto un po’ per la collina sud, ma ora a Povo (Gabbiolo) c’è un comitato, sorto come contrasto ai furti nelle case. Un altro ancora è attivo a Villazzano. Di recente attivazione, infine quello della circoscrizione San Giuseppe — Santa Chiara, prima «scoperta». Ancora non ufficiale la formazione di un gruppo di controllo del vicinato in zona Clarina.
«Niente ronde»
A breve, infine, dovrebbe arrivare anche un gruppo a Ravina, dove nella serata di lunedì si è tenuto un incontro pubblico, alla presenza del sindaco Franco Ianeselli, della consigliera comunale con delega alla sicurezza, Silvia Zanetti e del comandante della polizia locale di Trento, Alberto Adami. «Il concetto è totalmente opposto — spiega Zanetti — a quello di ronde: sono cittadini che si danno una mano. Faccio un esempio: quando, a febbraio, c’è stata la rapina all’edicola di San Donà qualcuno tra i residenti aveva notato una situazione sospetta: con una comunicazione tempestiva si sarebbe evitato un reato grave». Anche a Ravina (e a Romagnano, anche questa località verrebbe coperta), il timore è legato ai furti in casa. A livello provinciale, l’iniziativa è coordinata dall’ex questore Alberto Francini con la regia del Commissariato del governo. Oltre a Trento, gruppi di controllo sono attivi a Rovereto e ad Ala.
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