Ambiente

domenica 14 Maggio, 2023

Trento, migliora la qualità dell’aria, ma per l’ozono è bollino rosso: «Superato per 41 volte il limite di legge»

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Il rapporto dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione ambientale): l'esposizione a lungo termine ai livelli massimi di inquinamento da polveri fini e ultrafini potrebbe causare tra gli adulti 153 morti in un anno (il 4% della mortalità adulta)

Una situazione della qualità dell’aria in generale positiva, ma sulla quale non bisogna abbassare la guardia, soprattutto intensificando la lotta ai maggiori inquinanti, Pm10, Pm2,5 e NO2 in testa. È questa forse l’indicazione più importante che emerge dagli ultimi aggiornamenti del «Rapporto sullo stato dell’ambiente del Trentino», lo strumento (rieditato in genere ogni quattro anni, l’ultimo dei quali è del 2019) attraverso il quale la Provincia informa e comunica in materia ambientale, con l’obiettivo di rafforzare la tutela del territorio.
Gli aggiornamenti al rapporto, elaborati recentemente dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa) saranno illustrati al pubblico nel corso di un webinar che si svolgerà giovedì prossimo, dalle 15 alle 16, in diretta sul canale YouTube dell’Appa.
Ma quali sono le principali novità sul fronte dell’aria che respiriamo?
«Le novità più importanti sono due – spiega Gabriele Tonidandel, direttore sostituto dell’Unità operativa aria e agenti fisici dell’Appa – e cioè il miglioramento in generale della qualità dell’aria e la riduzione progressiva degli inquinanti dannosi per la salute delle persone. Siamo quindi in una situazione non critica, ma ciò non toglie che l’attività di contrasto agli inquinanti dovrà essere ancora più incisiva, soprattutto alla luce delle raccomandazioni più stringenti provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con gli aggiornamenti normativi del 2021».
Gli aggiornamenti al Rapporto riguardano diversi temi, a cominciare dalla diminuzione progressiva negli ultimi anni, rispetto alle rilevazioni del 2006, delle concentrazioni in atmosfera dei principali inquinanti, soprattutto delle famigerate polveri fini e ultrafini, Pm10 e Pm2,5, per le quali nel 2021 si sono registrate a Trento, rispettivamente, una concentrazione media annua di 23 microgrammi per metro cubo (il limite di legge è 40) e di 14 microgrammi per metro cubo (limite a 25). Anche per la concentrazione media annua di azoto (NO2) nel 2021 si è avuto un bollino verde, con un dato di 38 microgrammi per metro cubo (limite di legge a 40). Bollino rosso, invece, per l’ozono, dove a Trento, si è superato per 41 volte il valore obiettivo (limite di legge 25).
Sul fronte delle emissioni, Pm10 e Pm2,5 – prodotte prevalentemente dal riscaldamento civile (84% delle emissioni totali di Pm10 e 87% di Pm2,5) – è stato stimato negli ultimi anni un sensibile miglioramento, passando, le prime, dalle 3.119,23 tonnellate rilevate nell’inventario del 2015 alle 2.621,68 tonnellate del 2019, e le seconde da 2.933,28 a 2.488,06 tonnellate. Le emissioni di ossido di azoto (NO2) che dipendono prevalentemente dal trasporto su strada (51%) e dalla combustione non industriale, ovvero dal riscaldamento domestico (13%), sono calate dalle 9.410,86 tonnellate del 2015 alle 7.261,98 del 2019. «Oltre a questi trend, determinati anche da fattori esterni – aggiunge Tonidandel – durante il webinar cercheremo di portare a conoscenza di tutte le persone le varie iniziative contenute nel “Piano provinciale di tutela della qualità dell’aria”, al fine di stimolare ognuno a dare il proprio contributo per accelerare, il più possibile, l’obiettivo del raggiungimento di un’aria meno inquinata».
Tra gli aggiornamenti più importanti del Rapporto rientrano anche quelli relativi al binomio qualità dell’aria e salute. «LOms – spiega a questo riguardo il Rapporto – ha implementato un programma (Airq+) che permette di valutare gli effetti sulla salute a breve e lungo termine attribuibili a una determinata esposizione d’inquinate (Pm10 o Pm2,5). Nel caso del Trentino la valutazione d’impatto è stata calcolata considerando sia i massimi giornalieri di polveri fini registrati in provincia nel corso del 2021, sia la media giornaliera, nonché fissando determinati valori soglia al di sotto dei quali non sono quantificabili effetti sulla salute». In particolare, sulla base del programma dell’Oms, nel rapporto si stima che un’esposizione a lungo termine a inquinamento da polveri fini e ultrafini (Pm10 e Pm 2,5) sui livelli di concentrazione massima giornaliera registrati nel 2021 presso la stazione di Trento Parco Santa Chiara, causerebbe tra gli adulti trentini 153 morti in un anno (circa il 4% della mortalità adulta), di cui 9 per cancro del polmone (5% della mortalità per cancro del polmone). Inoltre, si aggiungerebbero 17 nuovi casi di cancro del polmone (6% dell’incidenza di questa tipologia di tumore) e oltre 3.600 casi di bronchite cronica (17% dei casi totali). Nel breve termine, invece, le conseguenze comporterebbero annualmente 20 ricoveri per malattie respiratorie (0,35% dei ricoveri per cause respiratorie) e altrettanti per malattie cardiovascolari (0,17% dei ricoveri).
Nel complesso i trentini hanno comunque una buona percezione del rapporto tra ambiente e salute. Su questo tema la Provincia ha creato un sistema di sorveglianza (Passi) dal quale risulta che il 56% delle persone intervistate nel periodo 2019-2021 ritiene che l’ambiente influenzi la propria salute positivamente, mentre l’8% negativamente e il 36% che non la influenzi affatto. L’aria è ritenuta buona (o molto buona) dal 93% delle persone e solo il 9% dichiara di vivere in una zona a traffico intenso. Ma il 17% della popolazione ritiene, tuttavia, che nella zona dove vive siano presenti aspetti ambientali pericolosi per la propria salute, a cominciare dall’inquinamento dell’aria a causa del traffico veicolare e dei pesticidi. Un’indicazione che deve fare riflettere e che chiama tutti a fare la propria parte.