La posizione
giovedì 27 Aprile, 2023
di Francesco Terreri
Il progetto Life Ursus va rivisto nella sua interezza. L’intera presenza in Trentino dei grandi carnivori, l’orso ma anche il lupo, va riportata sotto controllo e ridimensionata. Vanno sviluppati i controlli e le misure proattive, dalla comunicazione alla gestione dei cassonetti. L’utilizzo dello spray anti-orso va esteso dal Corpo forestale ai custodi forestali, che dipendono dai Comuni. Pur non entrando in dettagli tecnici, dalle misure d’emergenza al trasferimento di parte degli animali, la bozza di atto di indirizzo definita nella riunione di ieri del Consiglio delle autonomie locali prende posizione in senso restrittivo sulla gestione dei grandi carnivori in provincia di Trento.
Il documento fa seguito a quanto emerso in occasione della riunione dei sindaci con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, tenutasi lo scorso 18 aprile. Su quella base, il Consiglio delle autonomie locali ha avviato ieri il confronto rispetto ad una proposta di mozione o atto di indirizzo che esprima la posizione del sistema degli enti locali rispetto alle prospettive di gestione dei grandi carnivori in Trentino.
«La settimana prossima porteremo il documento all’approvazione del Consiglio – spiega il presidente e sindaco di Ville di Fiemme Paride Gianmoena – Poi l’atto di indirizzo sarà trasmesso ad ogni Comune e saranno i singoli Consigli comunali a votare, prendendolo a riferimento nell’eventuale espressione di una propria posizione. Ogni Comune prenderà posizione in libertà, ma c’era la necessità di una posizione unitaria del Consiglio delle autonomie locali».
I Comuni non si concentrano solo sul caso orso, in primo piano in queste settimane dopo l’uccisione di Andrea Papi a Caldes, ma sui grandi carnivori in generale, quindi anche sui lupi. Rispetto agli oltre 100 esemplari di orsi stimati in Trentino, l’ultimo rapporto grandi carnivori della Provincia, aggiornato al 2021, parlava di 178 lupi presenti in 26 branchi, in un’area complessiva di 4.000 chilometri quadrati, due terzi dell’intera provincia. Una quindicina di branchi si ritiene gravitino almeno in parte sul territorio di province limitrofe come Verona, Vicenza, Belluno, Brescia e l’Alto Adige-Südtirol. Gli altri 11 branchi si muovono esclusivamente all’interno del territorio trentino.
Il documento del Consiglio delle autonomie parla di rivedere il progetto Life Ursus nella sua interezza, «al di là dell’importanza delle decisioni immediate come quelle prese con le ordinanze» precisa Gianmoena. «Guardiamo soprattutto alle prospettive future». Da questo punto di vista, la bozza di atto di indirizzo dà delle indicazioni generali ma non entra nelle specifiche tecniche su come regolare o ridimensionare la presenza di orsi e lupi nella nostra zona.
Qualche ragionamento però in riunione è stato fatto e qualche indicazione c’è. Intanto servono maggiori controlli. Poi occorre, secondo i sindaci, implementare le misure proattive, dalla comunicazione sul tema alla gestione di aspetti specifici come i cassonetti dei rifiuti, in modo che non attirino gli orsi. Si parla inoltre dell’uso dello spray anti-orso e si propone di estenderne l’utilizzo dal solo corpo forestale ai custodi forestali. Almeno per ora.