In tribunale
giovedì 9 Maggio, 2024
di Davide Orsato
Lo hanno insegnato bene i recenti episodi di cronaca: quando una donna si sente in pericolo, minacciata dal compagno (o da un conoscente) violento, un intervento rapido può fare la differenza. Pochi giorni sono stati sufficienti, alla questura di Trento per intervenire e segnalare un caso che, giunto sul tavolo del giudice delle indagini preliminari, ha portato all’allontanamento di un uomo di 37 anni. Lui, operatore socio sanitario di origine colombiane, residente a Trento, aveva aggredito in più occasioni la compagna poco più giovane, mettendo a repentaglio anche la sicurezza del figlio neonato, di appena nove mesi. L’episodio più grave risale a fine aprile. In quella circostanza, l’uomo ha dato in escandescenze, schiaffeggiando e prendendo a pugni la compagna. La donna è finita a terra, lui l’ha trascinata tirandola per i capelli: il tutto mentre lei teneva in braccio in neonato. Una sfuriata arrivata al culmine di una scenata di gelosia, in cui aveva gettato in aria posate e stoviglie. Poi le ha strappato di mano il cellulare: per controllare messaggi sospetti e intimandole di non vedere più nessuno. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era dal 2022, infatti, che le violenze si ripetevano. Quell’anno, in estate, nel corso di un’altra lite, l’aveva aggredita facendole sbattere la testa addosso al bidet. Due episodi, infine, erano avvenuti lo scorso inverno: un giorno, a seguito di una lite scoppiata per un motivo futile (avrebbe dovuto accompagnarla al lavoro) l’aveva, anche in quel caso, gettata a terra e trascinata per i capelli. Poi, una sera, il compagno violento era tornato a casa a tarda notte: da un impegno lavorativo, aveva detto. In realtà — lo hanno appurato gli agenti della questura — era rientrato da una festa, completamente ubriaco: anche in quel caso c’era stata un’aggressione fisica e verbale. Gli atti di violenza, infatti, erano «conditi» da insulti che andavano dall’«essere inutile» a «parassita», con altre parole irripetibili. Un distillato d’odio che non risparmiava nemmeno lo stalking: il 37enne voleva sapere, sempre, dove si trovava la donna, con chi si vedeva e la pedinava ricorrendo ad app del cellulare. Nella giornata di martedì, l’ordine di allontanamento per l’oss, indagato per maltrattamenti: dovrà mantenere una distanza di 200 metri dalla donna e dal bambino, risultato leggermente ferito. Madre e figlio sono stati ospitati in una casa protetta. In caso di violazione, l’uomo rischia il braccialetto elettronico.