I dati

giovedì 10 Agosto, 2023

Trento, piscine comunali da record. Si punta ai 140mila ingressi estivi

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Il presidente Asis Martino Orler: a fine luglio superati i 100mila

Oramai siamo in estate inoltrata, la città si svuota e le persone che rimangono cercano refrigerio nelle piscine comunali. Ma qual è lo stato delle piscine a Trento? Lo abbiamo chiesto a Martino Orler, Presidente di Asis, l’Azienda speciale del Comune per la gestione degli impianti sportivi, nominato dal sindaco Franco Ianeselli nel maggio 2021. Orler riferisce come «secondo i dati di fine luglio abbiamo superato i 100mila ingressi sul lido Manazzon e su quello di Trento Nord. Questo dato è in linea con quello dell’anno scorso che conferma l’andamento record che gli impianti comunali stanno avendo, con un grande incremento dell’utenza».
Per quanto riguarda il tipo di utenza che fruisce degli impianti, «al lido Manazzon abbiamo un’utenza trasversale, sia su età sia su interessi: abbiamo famiglie, sportivi attratti dalla presenza della vasca olimpica da 50 metri, una delle poche in regione, e anche adolescenti attratti dagli scivoli. Gardolo invece è a misura di relax e di famiglie, il lido di Trento Nord è adatto per chi cerca tranquillità, sebbene adesso organizziamo anche aperitivi e musica per stimolare l’afflusso anche esterno al lido». Secondo le previsioni di affluenza «arriveremo a fine stagione, il 10 settembre, con la chiusura degli impianti esterni, tra i 130 e i 140mila ingressi totali. Questo segna un afflusso record, frutto degli investimenti fatti dal comune per rendere Manazzon un vero lido e non una piscina sportiva, variegando così l’utenza che ne fruisce che trova qui la risposta alle esigenze di persone di qualunque età e interessi». Proprio da quest’anno, infatti, il lido Manazzon ha subito dei rinnovamenti, tra i quali una nuova piscina per i bimbi e uno scivolo da 70 metri.
Il presidente sottolinea anche come quest’anno non vi siano stati particolari disagi, dice infatti che «l’estate scorsa ad lido Manazzon abbiamo avuto qualche problema con degli adolescenti sopra le righe, quest’anno invece ci siamo presi per tempo aggiungendo figure di sicurezza per controllare la situazione. Abbiamo avuto qualche episodio, ma sempre nel limite del gestibile e nulla di anomalo. I ragazzi che si vogliono divertire a modo loro nella struttura possono diventare anche fastidiosi per le altre fasce d’utenza, dobbiamo sempre tenere presente che è molto frequentato anche da bambini piccoli e famiglie. La sicurezza quest’anno è riuscita a tenere la situazione, in entrambi i lidi, gestibile e tranquilla».
Per quanto concerne la frequenza nei singoli lidi, Orler segnala come «i nostri due impianti non hanno assolutamente la stessa affluenza, possiamo dire in maniera imprecisa che il lido Manazzon attira il 70% delle utenze, mentre il lido di Gardolo il 30%. Questo sarà un problema da settembre, quando il lido Manazzon chiuderà per due anni per lavori frutto del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Fino a gennaio 2026, infatti, il centro sportivo e piscina Manazzon sarà interessato da lavori del Pnrr per un valore di 7 milioni, tra cui i nuovi spogliatoi, l’ampliamento e l’efficientamento energetico.
Per ovviare alla chiusura del principale lido della città il presidente afferma che «ci stiamo attrezzando per soddisfare l’utenza puntando sugli altri impianti a disposizione. Sicuramente una parte del flusso che abbiamo registrato questi due anni abbandonerà i lidi cittadini a favore dei laghi o di altri impianti a Pergine o a Rovereto. Per consentire alle società sportive e ai cittadini ciò nonostante lo spazio acqua, dalla chiusura del lido Manazzon avremo dei nuovi orari nella piscina di Gardolo e di Madonna Bianca, così da permettere a tutti di nuotare, oltre che la costruzione di un nuovo accesso, direttamente dal parcheggio, nella piscina di Gardolo, così da agevolare il flusso. Gli orari che i nostri due impianti avranno, da settembre, saranno dunque 6-23, così da distribuire il flusso proveniente da Manazzon su più fasce orarie possibili». In conclusione, sottolinea come tale opera sia «un sacrificio che la città dovrà fare per due anni per avere poi un impianto rinnovato e all’avanguardia».