Il caso

sabato 6 Aprile, 2024

Trento, prima la richiesta di aiuto, poi la denuncia: «Mi hanno violentata al parco Maso Ginocchio»

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Le lacrime di una 27enne in via Giusti. Indaga la polizia.

L’hanno trovata in lacrime, disperata, mentre urlava a più non posso nel cuore della notte. Ha raccontato di essere stata vittima di violenza, da parte di uno sconosciuto, in un luogo dove, purtroppo, c’è già un triste precedente di questo tipo: il parco Maso Ginocchio, in via Giusti, a due passi dalle Albere.
L’episodio risale alla notte tra martedì 3 e giovedì 4 aprile ed è stato denunciato ieri mattina negli uffici della questura di viale Verona. Erano state le stesse volanti, del resto, a trovare la donna in uno stato di devastazione emotiva, la sera stessa.
I primi riscontri
Come d’obbligo in una situazione del genere, le forze dell’ordine intervenute hanno attivato immediatamente il codice rosso. Istituito da una legge del 2019, prevede una «corsia preferenziale» per i reati di violenza di genere, per far sì che gli interventi siano veloci, in modo di evitare, come accaduto molte volte in passato, che il carnefice si ripresenti dalla vittima prima che siano stati presi dei provvedimenti. La giovane donna, 27 anni, è stata così posta sotto protezione ma, in un primo momento è stata portata in ospedale. Qui è stata sottoposta a diversi tipi di esami, volti anche ad appurare l’entità delle violenze. Ma gli accertamenti medici hanno dato esito negativo e la donna è stata dimessa senza nemmeno un giorno di prognosi.
«Cinque euro per un bacio»
Tuttavia ci sono molti tipi di violenza: gli investigatori, ora, stanno cercando di ricostruire l’entità dell’accaduto, partendo, innanzitutto, dal racconto della vittima. La giovane ha spiegato di essere uscita dall’abitazione dove vive con la famiglia e di essersi fermata al distributore automatico di una tabaccheria per acquistare delle sigarette. E sarebbe stato proprio lì che uno sconosciuto l’avrebbe avvicinata. Le ha parlato. «Voleva un bacio — ha raccontato agli agenti — mi ha offerto dei soldi: cinque euro. Ho detto di no». A quel punto, secondo il racconto della giovane, l’uomo l’avrebbe afferrata, scaraventata a terra e avrebbe abusato di lei. Sarebbe poi fuggito, senza lasciare tracce. Alla donna non sarebbe rimasta altro che chiedere aiuto in lacrime: l’ha sentita una volante di pattuglia in zona. Mentre alcuni colleghi soccorrevano la 27enne, altri agenti di polizia hanno iniziato a perlustrare la zona, alla ricerca del possibile aggressore: non è stato trovato.
Il drammatico precedente
Teatro della violenza sarebbe stato il parco giochi di Maso Ginocchio. Dove, nel dicembre 2017, era avvenuto un altro episodio drammatico: uno stupro di gruppo ai danni di una giovane cittadina nigeriana. Il caso, a Trento e non solo, ha fatto clamore. A finire in manette tre uomini, anche loro con cittadinanza nigeriana, residenti in strutture di accoglienza, tra cui il centro Fersina di Trento. La ricostruzione fatta all’epoca raccontò una storia brutale: la donna è stata minacciata con un collo di una bottiglia rotta, un membro del gruppo ha distribuito agli altri i preservativi e poi ne hanno approfittato, a turno. Gli aggressori sono stati fermati prima di un tentativo di fuga: sarebbero stati diretti in Francia-
Questa storia è poi proseguita, dietro le sbarre del carcere di Spini. Uno dei detenuti ha tentato il suicidio. A lungo ha sostenuto di essere innocente, di non c’entrare nulla con quanto accaduto: una serie di testimonianze gli sono andati incontro dando testimonianza delle suo comportamento tutt’altro che violento, senza però entrare su quanto successo in quella serata.
C’è ancora molto da capire, invece, su cosa è accaduto in quello stesso luogo nella notte tra martedì e mercoledì scorso.