La kermesse
venerdì 28 Giugno, 2024
di Massimo Furlani
Chiusa la settimana delle Feste Vigiliane, a Trento fervono già i preparativi per il Trentodoc Festival. Il programma dell’evento dedicato alle bollicine trentine, che si terrà dal 22 al 25 settembre, è stato presentato ieri mattina (giovedì 27 giugno ndr) durante una conferenza stampa convocata alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. In tale occasione sono stati ricordati i numeri del comparto per il 2023, i quali evidenziano una buona tenuta. Sono 67 le case di spumante in Trentino, con un fatturato complessivo di 185 milioni e una crescita a valore che sfiora il 3%. «Possiamo ritenerci soddisfatti, alla luce del quadro economico generale – commenta il presidente dell’Istituto Trento Doc, Stefano Fambri – Rispetto ai dati dell’anno precedente, il 2023 mostra una crescita a valore generale con una lieve flessione a volume di circa il 2%, imputabile ad un calo in grande distribuzione, dove, a fronte della situazione contingente e dell’aumento dei costi, alcuni associati hanno adottato politiche promozionali più restrittive».
Il mercato di riferimento per Trentodoc rimane l’Italia, che rappresenta l’85% del venduto, in particolare nel settore horeca, mentre il restante 15% riguarda l’estero, dove sono attivi due progetti Ocm, negli Stati Uniti e in Svizzera. Tra le tipologie più apprezzate dal consumatore, si confermano i millesimati e le riserve. Si è entrati poi nel vivo della rassegna: «Siamo arrivati alla terza edizione di un percorso che era stato avviato con grande timore e prudenza, ma che già dal primo anno aveva ottenuto risultati ben superiori alle nostre aspettative e che è cresciuto rapidamente in questo poco tempo, attirando a Trento visitatori dall’Italia e da tutto il mondo – dichiara Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera e direttore artistico del festival – Penso solo agli eventi organizzati nelle diverse cantine, fulcro della manifestazione: nel nostro primo palinsesto ne erano previsti una trentina, per quest’anno ne verranno organizzati 97 da parte di 42 case spumantistiche trentine». Nella tre giorni saranno organizzati 137 eventi in 8 differenti luoghi della città, a cui prenderanno parte in totale 60 ospiti: «I numeri e l’interesse testimoniano che la formula adottata e la macchina organizzativa che vede coinvolti il Corriere, Trentodoc, la Provincia e Trentino Marketing è efficiente – prosegue Ferraro – Fin dalla prima edizione il messaggio che abbiamo voluto promuovere è che il vino non sia solo una bevanda alcolica per i brindisi, ma un contenitore di culture, qualcosa che può essere raccontato da altre forme artistiche, dalla moda alla letteratura. Questo è il filo conduttore che abbiamo voluto portare a Trento anche quest’anno. I nostri Wine talks si intrecceranno con temi come la salute, il cambiamento climatico, l’andamento dei mercati, la religione: in uno degli appuntamenti avremo ad esempio monsignor Martino Signoretto, vicario per la cultura della Diocesi di Verona, che terrà un discorso sulle sacre scritture e il vino». Oltre ai talks e agli eventi in cantina ci saranno poi anche le Sparkling stories, incontri con protagonisti del mondo dell’arte e della cultura che racconteranno le loro affinità con Trentodoc, come il direttore d’orchestra Beppe Vessicchio, l’architetto Mario Cucinella e l’attrice Brenda Lodigiani, e 20 degustazioni tematiche affidate ai migliori sommelier d’Italia e ai Master of Wine Essie Avellan e Pietro Russo». Spazio infine anche alla cucina con il format «Cook tales», serie di spettacoli e incontri che vedranno coinvolti diversi chef stellati sull’unione tra le bollicine di montagna e l’alta cucina.
«I tanti festival fanno sembrare il tutto come un qualcosa di seriale, il che è molto pericoloso – commenta il Ceo di Trentino Marketing Maurizio Rossini – Ogni iniziativa da noi organizzata nasce dal contenuto, quando abbiamo immaginato questo evento siamo partiti da momenti di grande approfondimento con l’assessore Zanotelli e Trentodoc per capire le strategie dei nostri produttori, le caratteristiche di questo prodotto che ha l’ambizione di rivolgersi e posizionarsi nella fascia alta del mercato delle bollicine. Il festival, quindi, è lontano dall’idea di un evento di piazza, non perché non piaccia, ma perché non sarebbe coerente con il percorso che stanno intraprendendo i nostri produttori. Un evento che è pensato per costruire un valore aggiunto del prodotto, e farlo in modo che ovviamente ne possa beneficiare tutto il nostro territorio coinvolgendo il sistema di imprese, dagli hotel ai ristoranti, che sono i nostri ambasciatori sul territorio per 12 mesi all’anno». Una formula inaugurata da poco e cresciuta molto rapidamente, quindi, anche se secondo l’assessore provinciale all’agricoltura e ambiente Giulia Zanotelli il margine per migliorare è ancora importante: «Questo è un festival pensato per sottolineare il grandissimo lavoro delle nostre aziende, che oggi sta dando i suoi frutti – dichiara – Volevamo sì valorizzare il prodotto, ma anche ragionare sulla promozione del territorio. Questo obiettivo non è totalmente raggiunto: ci sono soggetti con cui ragioniamo su un ulteriore sviluppo dell’enoturismo sul territorio trentino, dal punto di vista degli investimenti, del marketing, della crescita del brand. Ci siamo incamminati su un percorso giusto, dobbiamo far sì che all’interno delle nostre strutture ricettive venga rafforzata la presenza di prodotti territoriali, perché non abbiamo nulla da invidiare a nessuno e dobbiamo focalizzarci soprattutto sulla loro promozione». Le fanno eco le parole dell’assessore al turismo Roberto Failoni: «Il Trentodoc festival è la migliore risposta che siamo riusciti a dare ai nostri produttori vinicoli – dice – Dobbiamo avere la consapevolezza che servono persone ed eventi che ci permettano di raccontare cosa c’è dietro quella bottiglia di vino, perché se poi riusciamo a venderla i risultati ottenuti in questi anni ci dicono che il feedback è sempre positivo».