Il caso

martedì 25 Luglio, 2023

Truffa milionaria alla Arcese: due condanne e tre assoluzioni per le false manutenzioni

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False manutenzioni, la Spa dovrà essere risarcita con 1,1 milioni

Dipendenti infedeli, centinaia di pezzi di ricambio per camion e rimorchi ordinati senza che ve ne fosse bisogno e poi rivenduti a terzi, e manutenzioni ai mezzi pesanti, anche queste non dovute, fatte comunque risultare e fatturate assieme a ore ed ore di lavoro. Un raggiro che ha visto coinvolti anche un negozio di ricambi e un’officina. Riuscito anche grazie a falsa documentazione creata ad hoc, dalle bolle alle fatture ai documenti di trasporto, anche per simulare consegne mai avvenute.
Si è chiuso con due condanne, per un totale di 5 anni e mezzo di reclusione, e tre assoluzioni il procedimento, approdato in aula, sul maxi raggiro (da 1 milione 280 mila euro) ai danni del colosso lagarino degli autotrasporti e della logistica Arcese Spa. Che dovrà essere risarcito con la somma di 1 milione 126 mila euro, tanto infatti aveva chiesto quale parte civile. Questa la sentenza emessa venerdì scorso dal tribunale collegiale di Rovereto. Altri due (gli imputati erano sette in tutto) erano già usciti di scena a dicembre di tre anni fa con dei patteggiamenti. Davanti ai giudici erano finite anche le altre due società coinvolte, per rispondere della responsabilità amministrativa degli enti. Una, la «Sos L’Officina Srl» di Vittuone, Milano, aveva già patteggiato una multa di 50 mila euro, ora è toccato al negozio di ricambi «B Pack Sas» di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Verona: il collegio lo ha condannato a una ammenda di 140 mila euro.
Allora, quasi tre anni fa, erano scesi a patti con la giustizia, concordando con la Procura le pene poi ratificate dal giudice per l’udienza preliminare Maria Teresa Dieni, il bresciano Roberto Rossi (due anni e otto mesi la pena), capo dell’officina Arcese, al lavoro nella sede d Rovereto, considerato per l’accusa promotore dell’associazione, e il milanese Girolamo Paese, 55 anni, (tre anni la pena per lui) amministratore e legale rappresentante della «Sos L’Officina Srl», società incaricata della manutenzione e revisione dei mezzi della Arcese.
Venerdì scorso sono stati condannati rispettivamente a tre anni di reclusione e due anni e mezzo di pena Nicola Maino, di Vallelaghi, a sua volta dipendente del colosso dei trasporti, quale responsabile amministrativo, per l’accusa promotore dell’associazione assieme a Rossi, e il veronese Michael Spinale, amministratore di fatto della «B Pack Sas». Assolti (con formula dubitativa) i restanti tre, per la Procura partecipi dell’associazione. E cioè il veronese Tiziano Spinale, stretto collaboratore del negozio veneto, e i due bresciani Giovanni Gallo e Girolamo Paese junior, stretti collaboratori dell’officina lombarda, il primo anche socio. Secondo la ricostruzione della pubblica accusa i pezzi di ricambio per i camion venivano ordinati e fatturati alla Arcese ma non venivano montati dall’officina bresciana. Eppure il lavoro risultava sulla carta, in fattura, di qui l’ennesimo danno a carico della Arcese Spa, parte civile nel processo con l’avvocato veronese Filippo Vicentini.