Il convegno

lunedì 7 Ottobre, 2024

Turismo arabo, sempre più presente sul Garda

di

Grazioli: «Non credo che il territorio sia pronto a cambiare per accogliere ogni tipo di cultura». Gelmini: «Dobbiamo costruire un'accoglienza che sia rispettosa dei residenti e che punti ad una qualità della vita alta per tutti, ospiti e locali»

Non ha usato mezzi termini e le sue dichiarazioni hanno perfettamente riassunto la mattinata di confronto all’ex Colonia Pavese di Torbole per analizzare uno dei turismi emergenti sul lago di Garda: quello arabo. L’onorevole Mariastella Gelmini, nonché presidente della Comunità del Garda ha ben accolto il dibattito e chiesto a tutto il comparto turistico e politico dell’intero ambito Garda (Lombardia, Veneto e Trentino) di lavorare per un turismo di qualità, che abbia come unico scopo lo sviluppo della regione Garda e che sia prima di ogni altra cosa a misura di residente. «Il Garda – ha dichiarato Gelmini – deve necessariamente puntare alla qualità, una qualità che sia anche di vita, sia per gli ospiti, ma soprattutto per i residenti». Insomma, valorizzare il territorio, aumentarne il valore qualitativo, ma senza che questo debba andare a discapito della qualità della vita di chi abita e vive quotidianamente le principali zone turistiche gardesane. Ossia, non stravolgere la propria essenza, rispettarla e non mutarla in funzione di una crescita turistica fuori controllo. Un concetto che non solo è stato sposato, ma è stato sottolineato a più riprese dal professore di lingua e letteratura araba Wael Eissa Farouq dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che con il suo Osservatorio per il turismo sul lago di Garda ha organizzato l’incontro di ieri, quello di settimana scorsa sul turismo emergente americano e quello della settimana prossima (12 ottobre a Lazise) sul turismo emergente cinese. Per Farouq il Garda non deve mutare sé stesso. «Non vi è necessità che i territori mutino la propria essenza per accogliere il mondo arabo». Mondo che non deve essere assimilato al concetto esclusivamente religioso di fede mussulmana. Un distinguo d’obbligo perché «non ci dobbiamo dimenticare la cultura millenaria che il mondo arabo porta con sé – ha precisato il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa». Elemento chiave che il professore a analizzato spiegando come il turista arabo non ricerca la propria cultura, ma l’essenza dei nuovi territori. «Non ricerca il sole e il caldo – ha spiegato Farouq -ma le temperature miti o fresche, i paesaggi che si creano sul Garda con meteo non per forza soleggiato. Ricerca l’autenticità dei luoghi così come sono». Nessuno snaturamento quindi, nessuna conversione a modificare il mondo culturale gardesano, quanto, piuttosto, un’attenzione all’accoglienza. Durante il convegno si è quindi posta l’attenzione sull’assecondare quelle che sono le esigenze culturali del turista arabo, come per esempio l’aggiunta, durante la colazione, non solo di affettati di maiale. Critica la posizione dell’assessore rivano Luca Grazioli: «Mi chiedo seriamente se per davvero il mondo imprenditoriale e l’ente pubblico siano veramente pronti ad accogliere questo turismo emergente con il rischio di mettere in crisi quello dal Nord Europa che per noi rappresenta l’80% degli ospiti. Io non credo che come territorio si è pronti ad adeguarsi alle esigenze culturali di questo nuovo turismo che mi si dice essere in crescita. È importante essere anche critici e porsi delle domande più che legittime».