L'intervista
martedì 14 Maggio, 2024
di Massimo Furlani
Il 2024 è iniziato con il piede giusto per il settore alberghiero trentino, anche se è tradizionalmente la stagione estiva a riservare le maggiori insidie. Lo conferma Davide Cardella, direttore generale dell’Associazione albergatori ed imprese turistiche della provincia di Trento (Asat), che si riunirà in assemblea questo giovedì per tracciare un bilancio di un 2023 molto positivo, ma anche per parlare di quelle che sono le sfide future con cui dovrà confrontarsi il comparto. Dal tema della sostenibilità al reperimento del personale stagionale, infatti, sono diverse i fattori che stanno portando le diverse aziende operanti nel settore a rinnovarsi gradualmente per far sì che questi numeri positivi possano continuare a crescere.
Cardella, come sono stati per le aziende alberghiere trentine questi primi mesi del 2024?
«Possiamo dire che è stato un buon inizio. La stagione invernale si è chiusa bene sull’onda di quello che è stato un 2023 ottimo per arrivi e redditività delle aziende nostre associate, stesso discorso si può fare per quella primaverile anche se il maltempo ha influito negativamente sulle vacanze di pasqua che cadevano abbastanza presto, a inizio aprile. Diversi turisti hanno cancellato prenotazioni e rinunciato alle ultime sciate, quindi è mancata un po’ la ciliegina sulla torta di una stagione comunque da incorniciare».
Si tratta di risultati in linea con quelle che erano le aspettative?
«In realtà c’era il timore che inflazione e tassi di interesse rimasti elevati per tutti i mesi invernali comportassero una contrazione della domanda, quindi un calo dell’affluenza unito ai maggiori costi per le aziende. Questo però non è avvenuto e quindi rispetto a quelle che erano le previsioni possiamo dire che è andata molto bene, abbiamo chiuso con risultati anche migliori dell’inverno precedente che a sua volta era stato molto positivo».
Quali sono le prospettive future del comparto?
«Da Trentino Marketing in giù la direzione è quella di puntare maggiormente sulle belle stagioni che sono quelle dove c’è più concorrenza, cercando di anticipare di qualche settimana l’inizio della stagione estiva “tradizionale”. Sul Garda, ad esempio, è già partita, ma pian piano tutte le aziende del territorio si stanno preparando alla sua apertura».
Come si sta evolvendo la domanda dei turisti rispetto agli anni scorsi?
«Oggi i turisti sono sempre più attenti alla sostenibilità della loro vacanza e del soggiorno, è un parametro che ricercano sia negli spostamenti effettuati che nelle strutture in cui vengono accolti e una buona parte di loro è disposta anche a pagare qualcosa in più per avere garanzie da questo punto di vista».
Come state affrontando questo cambiamento?
«In quest’ottica abbiamo lanciato qualche settimana fa il progetto Asat 2030, pensato sia per “mappare” la sostenibilità ricettiva del nostro territorio, sia per aiutare le aziende a fare una valutazione della loro offerta su quelli che sono i tre pilastri della sostenibilità, cioè economica, ambientale e sociale. Un processo finalizzato poi a un auto miglioramento, per far sì che possano rispondere a questa esigenza».
E per quanto riguarda le mete? Ce ne sono di più richieste?
«Non ci sono grandi cambiamenti per quanto riguarda le più ambite o grandi squilibri. Il Garda, le valli di Fiemme e Fassa e la Paganella rimangono i territori più ambiti, ma la buona crescita degli ultimi mesi ha interessato tutto il territorio, anche Valsugana e Alpe Cimbra hanno registrato numeri importanti e lo stesso si può dire per un turismo di tipo diverso nelle città di Trento e Rovereto».
Ci sono ancora difficoltà a reperire personale stagionale per le aziende?
«È un aspetto di cui discuteremo anche in assemblea giovedì. Possiamo dire che come emergenza negli ultimi anni sta rientrando, non si sa per un “effetto rimbalzo” o perché sono venuti meno sostegni come il reddito di cittadinanza, però in generale i nostri associati hanno riscontrato minori difficoltà a reperire il personale stagionale. Poi dipende anche dal periodo: nella stagione invernale c’è meno concorrenza e quindi è più facile trovare persone, in estate invece è più complicato».
Come Asat come state cercando di affrontare il problema?
«Non solo il settore turistico, ma tutto il mondo del lavoro si sta confrontando con quello che è un cambiamento dei valori delle persone. Adesso i giovani hanno richieste e aspettative diverse, cercano occupazioni nuove o possibilità di smart working. Le nostre aziende si stanno quindi attrezzando per una diversa organizzazione aziendale, che possa riconoscere ad esempio i due giorni di riposo alla settimana al personale o dei turni che consentano un miglior bilanciamento fra lavoro e tempo libero».
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