RINCARI
domenica 27 Novembre, 2022
di Redazione
C’è chi ha aperto sfruttando la prima nevicata di stagione e chi invece, cercando di proteggere i bilanci erosi dai rincari energetici, ha scelto di andare sul sicuro rimandando il via al ponte dell’Immacolata. Per il carosello bianco del Trentino, alle prese con inflazione e competitor nazionali e austriaci che tentano di mordere la leadership delle piste dolomitiche, è dunque un inizio di stagione a due velocità.
Se infatti Madonna di Campiglio, new entry nei territori di eccellenza di Altagamma, contiene i rincari degli skipass entro il 12 per cento e fa subito il pienone, Dolomiti Superski, il maggiore comprensorio sciistico d’Italia nato nel 1974 che con i suoi 1.246 chilometri di piste collega il Trentino all’Alto Adige fino a Cortina, si concede le prove libere accendendo alcuni impianti ampezzani, a Plan de Corones, Carezza e Obereggen.
«Il 3 dicembre o al massimo per Sant’Ambrogio riusciremo a proporre un’offerta degna del marchio Dolomiti Superski – precisa il presidente Andy Varallo -. Abbiamo dovuto operare un aumento del prezzo dello skipass del 10 per cento che sarà però controbilanciato da alcune possibilità come lo sconto del 5 per cento sugli acquisti online, se effettuati con 2 giorni di anticipo sull’utilizzo, e offerte per le famiglie o i senior».
E poi la sostenibilità, da sempre al centro della nostra pianificazione strategica. Abbiamo messo a punto dei processi tecnologici che consentono ai cannoni da neve attuali di produrre, a parità di acqua utilizzata, il doppio della neve rispetto a quelli di 20 anni fa». Sul fronte delle prenotazioni, la differenza l’ha fatta la prima nevicata. «La prospettiva è buona fino all’Epifania – spiega Fabio Sacco, presidente di Skirama Dolomiti -. Le immagini e i video della prima neve hanno creato un passaparola positivo, spingendo richieste e prenotazioni. La base di partenza è buona con un forte incremento di contatti proprio in queste ore. Gli operatori sono cautamente ottimisti per proseguire nella ripartenza dopo i lockdown e le restrizioni da Covid».
Il caro energia e l’inflazione sono però delle incognite. «Un’indagine sugli operatori della val di Sole evidenzia ottimismo – commenta Sacco -. Il 91 per cento degli esercizi ricettivi non prevede chiusure anticipate, mentre il 68 per cento indica un andamento delle prenotazioni abbastanza soddisfacente. Le preoccupazioni? A pari merito energia, materie prime e crisi climatica. Il 30 per cento degli operatori teme la riduzione della capacità di spesa delle famiglie. C’è più aspettativa sul mercato estero rispetto a quello italiano anche se sembra reggere abbastanza bene».
Per l’Osservatorio italiano del turismo montano la stagione appena iniziata dovrebbe alla fine far registrare un +9 per cento in termini economici: 770 milioni di fatturato e un volano da 9,5 miliardi euro. «Il sistema persegue l’obiettivo di rilanciare costantemente la qualità, strutture ricettive e impiantisti sono pienamente coinvolti e attenti alle esigenza di una clientela sempre più consapevole e esigente – osserva Sacco -. C’è una capacità di sistema di guardare sul lungo periodo, un aspetto strategico. Certo, ci sono preoccupazioni e incertezze ma non ci si lascia travolgere dalle dinamiche e il settore non rallenta nella voglia di proporre la miglior vacanza possibile».
Sebbene i costi per la settimana bianca siano aumentati dell’11 per cento rispetto all’anno scorso, il turismo di montagna vede segnali di ripresa dopo le stagioni rosso Covid. «Stiamo investendo in un percorso di qualità che passa attraverso l’ospitalità, la cucina di eccellenza, servizi su misura e un contesto naturalistico di grande bellezza», dice Matteo Bonapace, direttore dell’Apt di Madonna di Campiglio.