il cult

lunedì 18 Settembre, 2023

Tutti pazzi per Poplar Cult: non solo musica ma anche tanta cultura

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Tanta partecipazione anche per gli eventi del pomeriggio: da Chimicazza e Rey Sciutto al podcaster Stefano Nazzi

Poplar non è solo musica, ma anche cultura. Il pomeriggio infatti, prima che le porte del Doss Trento si aprano per l’evento musicale, a Piedicastello vengono organizzati incontri cult, tra cui dibattiti, talk, workshop e mostre, conciliando così diletto e cultura insieme a molti personaggi del mondo dei social e dello spettacolo. Tra questi, ieri, Michela Giraud qui presente come intervistatrice di Stefano Nazzi, autore del podcast Indagini, considerato il migliore dell’anno; ma anche dei creatori di contenuti su tiktok come Chimicazza e Rey Sciutto in un panel sul rapporto tra la chimica e la storia dell’arte. Proprio quest’ultimo ha ribadito come «conciliare il diletto con la cultura è fondamentale ed è la base di tutto quello che dovrebbe fare un buon divulgatore sui social, cercare di formare però allo stesso tempo divertendosi: questo evento concilia ottimalmente queste due realtà».
Il pubblico, già molto numeroso il pomeriggio, appare coinvolto dalle attività proposte. Ci dice Maria Vittoria Natali come «Poplar, per me che studio a Bologna, è una delle poche occasioni per tornare a Trento, l’evento è un bell’incentivo anche per chi studia in altre città, è un modo per unire molte persone da tutt’Italia». Aggiunge anche come sia «bello vedere Trento così viva, vedere una realtà in cui ci sono molti giovani. Sebbene a venire mi abbia spinto la musica, credo che la parte di cult sia davvero una bellissima idea e credo anzi che dovrebbe essere ampliata con più attività». Dello stesso parere Benedetta: «Ho conosciuto Poplar quando studiavo qui, sono stata spinta a tornarci per i gruppi che la sera si esibiscono sul Doss Trento, poi ho scoperto Poplar Cult con dibattiti molto interessanti che toccano ogni argomento dell’attualità. Credo che l’intreccio tra la cultura e lo spettacolo sia importantissimo, perché musica e spettacolo sono anche cultura, è un legame imprescindibile e questo è un lato molto positivo di Poplar. Di anno in anno c’è sempre più partecipazione ed è bello come gli organizzatori siano volontari molto giovani. Il focus è sui giovani ma è davvero un’esperienza per tutte le età».
Secondo Miriam Semeraro la peculiarità di Poplar è che «durante il cult viene abbattuta la quarta parete, gli ospiti girano per gli stand rendendoli più umani e abbattendo la distanza tra pubblico e personaggio noto, è un ambiente davvero tranquillo dove, soprattutto, ti senti a tuo agio. Proprio il binomio cultura e intrattenimento lo fa spiccare, la maggior parte dei festival musicali restano esclusivamente musicali, Poplar invece, creando questo spazio pomeridiano va oltre, attira molte persone, anche perché gratuito, e permette di far scoprire Poplar a persone che la sera non possono venire al concerto». Evidenzia anche come «Poplar negli ultimi anni sia diventato molto più internazionale, il pubblico si è geograficamente allargato ed anche gli artisti, molti dei quali internazionali: questa è la prova tangibile della crescita del festival che, in questi anni, ha subito molti cambiamenti, come il passaggio dalle Albere al Doss Trento, una location molto più suggestiva, o il fatto che non sia più un evento gratuito avendo anche aumentato il prezzo in questa edizione, nonostante questo continua a valerne la pena perché l’aumento del prezzo significa un aumento della qualità con artisti e organizzazione perfetta, e questo si nota in questa edizione. È sempre bello tornare a Trento in queste circostanze rivedendo gli amici ascoltando musica». Dello stesso parere Giacomo Cereghini che aggiunge come «partecipo a Poplar dal 2019, oramai per me è una tradizione, non ne ho mai saltato uno, nemmeno quello durante il covid, per me è proprio una cosa imperdibile. Oltre all’area cult anche quella relax è molto bella per come è strutturata».