omicidio-suicidio

giovedì 24 Aprile, 2025

Uccide il figlio 17enne a Lamon, Riccardo studiava a Primiero. Studenti e insegnanti: «Dolore che scuote profondamente»

di

La notizia della tragedia si è rapidamente diffusa anche in valle, non solo per la breve distanza – Oltra è a una quindicina di chilometri da Primiero – ma anche perché Riccardo aveva frequentato fino allo scorso anno l’Istituto comprensivo di Primiero

L’eco dell’omicidio-suicidio avvenuto a Oltra è arrivata fino a Primiero. Nella piccola frazione del comune di Lamon (Belluno), martedì pomeriggio poco prima delle 17, Vladislav Gaio ha accoltellato a morte il figlio diciassettenne Riccardo, poi si è tolto la vita con una pistola da macellazione, liberamente acquistabile ma di cui è necessario denunciarne il possesso.
La notizia della tragedia si è rapidamente diffusa anche in valle, non solo per la breve distanza – Oltra è a una quindicina di chilometri da Primiero – ma anche perché Riccardo aveva frequentato fino allo scorso anno l’Istituto comprensivo di Primiero e la mamma aveva lavorato in zona come badante, costruendo relazioni sincere con famiglie locali.
Come tanti studenti del lamonese e del sovramontino, Riccardo Gaio aveva scelto la scuola primierotta per la sua vicinanza e per l’offerta formativa. Dopo un primo percorso nell’indirizzo ambiente e territorio, si era trasferito all’economico. Non era tra gli studenti modello, ma partecipava alla vita di classe, tanto da essere eletto rappresentante. Nonostante l’incoraggiamento costante degli insegnanti, aveva però interrotto gli studi all’inizio di quest’anno scolastico, senza darne motivazione. E di recente aveva trovato un lavoro.

La dirigente scolastica, Maria Prodi, ha espresso il proprio cordoglio con un messaggio alla stampa: «Il dolore per la perdita di Riccardo, lo sgomento per la sofferenza che ha accompagnato la sua partenza ci scuotono profondamente. La dirigente, i suoi insegnanti, i suoi ex compagni di classe si uniscono a quelli che gli hanno voluto bene e che non potranno più accompagnarlo nel cammino faticoso e bello della crescita» ancora le parole di Prodi.

Il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan, anch’egli ex studente dell’Istituto comprensivo, ha dichiarato: «Scioccante per me e per tutta la comunità quanto accaduto. Non conoscevo la famiglia – ammette il primo cittadino – ma ora il mio compito è garantire la privacy della mamma, della sorellina e dei nonni, perché da ogni dove mi arrivano richieste per conoscere i dettagli di una vita familiare, ma è giusto tutelare le persone nel loro immenso dolore».

Anche il sindaco di Sovramonte, Federico Dalla Torre, ha voluto far sentire la sua vicinanza: «Ho scritto al collega di Lamon portando la mia solidarietà a lui e alla comunità lamonese. Nessuno deve sentirsi solo in queste tragedie. È qui che si misura l’umanità delle persone».
Secondo i primi rilievi, tra il padre cinquantenne e il figlio adolescente sarebbe scoppiato un violento litigio, culminato nel gesto estremo. In un momento di drammatica concitazione, l’uomo avrebbe colpito più volte il diciassettenne al petto con un coltello, per poi togliersi la vita con una pistola abbattibestiame.

A lanciare l’allarme sono stati alcuni vicini, preoccupati dagli insoliti rumori provenienti dall’abitazione. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto – tra cui un’ambulanza e l’elicottero del Suem 118 – ogni tentativo di salvare almeno una delle due vite si è purtroppo rivelato vano.

Il medico legale Antonello Cirnelli, già noto per altri casi delicati come quello di Giulia Cecchettin, ha effettuato un primo esame esterno sui corpi. Riccardo è stato ritrovato nella zona giorno, mentre il padre in una stanza adiacente. La Procura di Belluno, che ha aperto un’inchiesta, disporrà nelle prossime ore l’autopsia per chiarire meglio la dinamica dei fatti.

Quel che è certo è che due vite si sono spente in un modo che lascia sgomenti. Una tragedia familiare che ha infranto legami e spento sogni, lasciando un silenzio pesante nelle case e nelle coscienze di chi resta.