il femminicidio

venerdì 12 Gennaio, 2024

Uccide la ex compagna con una coltellata alla gola, poi si ammazza: «Ester non si è potuta difendere»

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Igor Moser, boscaiolo di 45 anni, ha fatto visita a Ester Palmieri, madre dei suoi 3 figli e di spalle le ha inferto un unico colpo

Igor Moser si è presentato a casa della compagna, con cui c’era stata una rottura solo un paio di mesi fa, attorno alle 9 di ieri. Quindici minuti dopo è stato visto uscire dall’abitazione di Montalbiano di Valfloriana. Senza che fossero state udite urla, litigi. E solo dopo diverse ore si scoprirà il delitto: aveva ammazzato la mamma dei suoi tre figli, Ester Palmieri, 37 anni, con un’unica coltellata alla gola, pare sorprendendola alle spalle, senza darle la possibilità nemmeno di difendersi. Poi è tornato a casa in auto, una ventina di minuti di strada, per togliersi la vita. Nella trave del sottotetto in cui il boscaiolo ha annodato il cappio che si è stretto al collo gli investigatori hanno rinvenuto un coltello, che potrebbe essere l’arma del delitto. Una sorta di firma del 45enne residente a Castello di Molina di Fiemme, titolare di un’impresa boschiva. A quanto pare non si rassegnava alla fine della relazione. Tanto che agli amici aveva confessato anche di recente «sono ancora innamorato di Ester», dicendosi dispiaciuto per quella crisi, per quella separazione. Lo strappo un paio di mesi fa circa, poco prima delle festività natalizie, quando lui se n’era andato di casa per tornare nel paese d’origine, nella vecchia casa di famiglia da risistemare, in via Valle a Castello. Lì dove ora, nel fine settimana, ospitava i tre figli di 5, 7 e 10 anni, uno dei quali con problemi di salute. Figli che ieri, scoperto l’omicidio, sono stati affidati allo zio materno che li è andati a prendere a scuola e li ha portati a casa con lui. Ora si dovrà lavorare con gli psicologi per spiegare ai bambini che sono rimasti orfani. Di entrambi i genitori.
«Sorpresa alle spalle»
Secondo una prima ricostruzione il boscaiolo avrebbe sorpreso l’ex convivente, con cui non ci sarebbero stati screzi, alle spalle. Senza darle alcuna possibilità di scappare dalla cucina, di rendersi conto, di reagire, quanto meno di tentare di farlo. Anche il suo sguardo, privo di terrore secondo gli inquirenti, lo proverebbe. Eloquente il fatto, stando agli accertamenti svolti dagli investigatori dell’Arma sul posto fino a tarda sera, il fatto che non ci sarebbero segni di difesa sul corpo della donna. Ma starà al medico legale che effettuerà oggi l’autopsia sulla 37enne, su delega della Procura di Trento, chiarire come sia morta Ester Palmieri e pure se il coltello da cucina dalla lunga lama rinvenuto vicino al cadavere dell’uomo sia effettivamente l’arma del delitto. Di certo c’è che è stato un colpo secco. Alla gola. Inferto di sorpresa. Un unico fendente all’altezza della giugulare, tanto da sgozzare l’ex, da farla morire dissanguata. In pochissimo tempo. A trovare la vittima, per 15 anni oss in rsa e da settembre scorso imprenditrice, con uno suo centro olistico — «Scintilla Alchemica» — aperto nella frazione di Casatta, è stata mamma Bruna, che abita nelle vicinanze. Aveva ricevuto diverse chiamate di persone e clienti che non riuscivano a mettersi in contatto con la figlia così, attorno alle 14.30, è andata a casa di Ester. E lì ha fatto la tragedia scoperta: per la figlia non c’era già più niente da fare. Disperata, sconvolta, la mamma ha dato l’allarme al numero di emergenza 112 e allora si sono attivati i soccorsi e i carabinieri. Della compagnia di Cavalese e poi del nucleo investigativo di Trento, che si sono occupati del repertamento, dei rilievi scientifici sulla scena del delitto, che è stata posta sotto sequestro. Lì dove è arrivata anche la pm Maria Colpani, che assieme al procuratore Sandro Raimondi ha aperto un’inchiesta per omicidio. Fascicolo, questo, che sarà destinato a chiudersi a stretto giro considerata la morte del reo.
Accertamenti anche sul coltello
Quello che si vuole escludere, anche sarebbe già chiaro, è che non vi siano responsabilità di terzi. Non ci sarebbe alcun dubbio, poi, sul fatto che Moser si sia tolto la vita: a fare la tragica scoperta, dopo le 14, quasi in contemporanea con il rinvenimento del corpo della donna, è stato un amico con cui il boscaiolo aveva appuntamento. Già i parenti sospettavano comunque fosse accaduto qualcosa visto che il 45enne non si era presentato per pranzo. Nell’auto anche un’ulteriore corda, che però poteva anche servirgli per lavoro. Nessun spiegazione comunque del delitto, nessun biglietto. Nemmeno di scuse. Solo a settembre, sul profilo Facebook di lei, Moser aveva scritto: «Che bella che sei».