Il ricordo

martedì 8 Agosto, 2023

Uccisa al parco, il ricordo dei colleghi di Iris Setti: «I suoi occhi azzurri non meritavano questa fine»

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L’ultimo direttore: «Mai sopra le righe e stimata da tutti». Larcher: «Solare, delicata ed elegante nei modi»

Sensibile, affidabile, riservata, umana. Viene descritta così Iris Setti, la vittima della brutale aggressione che si è consumata sabato notte a Rovereto e che le è costata la vita. Un delitto atroce, che lascia un profondo stato di angoscia nelle persone che hanno conosciuto la donna e non solo. Troppo forte il dolore per commentare, così forte e alienante che al citofono di casa della madre una voce ha risposto con un «meglio di no». Meglio non parlare, meglio il silenzio, ora unica culla di quella madre alla quale hanno ammazzato una figlia vicino a casa. Una figlia così apprezzata da tanti, da colleghi e conoscenti. Una donna descritta come elegante e delicata, come un fiore, come un Iris.
A raccontare di lei in questi giorni di lutto sono stati soprattutto i colleghi di Cassa Rurale, dove lei ha lavorato per moltissimi anni, fino al pensionamento, a fine giugno del 2021. «Iris è stata assunta in Cassa Rurale appena conseguito il diploma ed è rimasta lì, per circa quarant’anni, ha fatto sempre lo stesso lavoro con la stessa precisione, la stessa segretezza delle cose che vedeva passare davanti agli occhi e la stessa disponibilità, è stata un esempio di segretaria» ricorda Paolo Marega, che è stato presidente di Cassa Rurale per 17 anni e del quale Iris, con la sua professionalità, si è conquistata la stima. E non solo la sua. «Ho avuto il piacere di conoscerla, ho sempre avuto dei buoni rapporti con lei, era professionale, riservata e affidabile, siamo sgomenti per ciò che le è accaduto, nessuno pensava che potesse accaderle una cosa del genere – commenta Ruggero Carli, l’ultimo direttore con il quale la donna ha lavorato – Ho un ricordo decisamente positivo di lei, era una persona estremamente affidabile e riservata, era una garanzia. La sua era una riservatezza estesa sia sul lato professionale, sia sul lato umano. Era una donna molto sensibile, riconosciuta anche da tutti i colleghi, che la ricordano in maniera estremamente positiva, come persona disponibile e gentile, mai sopra alle righe».
In questi giorni di ricordi, alcuni colleghi hanno condiviso l’ultima e-mail che Iris ha scritto loro prima di lasciare la sua scrivania: «Vi volevo ringraziare per questi anni trascorsi insieme – si legge – È stato bello conoscervi! Ho condiviso con voi tanto lavoro, ma anche risate, cene, gite e qualche… Slipegada». Una missiva che termina con un «Vi porto tutti nel cuore». Lo stesso che ha conquistato l’affetto di coloro che hanno lavorato con lei e che l’hanno voluta ricordare come «collega gentile, affidabile, preparata, molto riservata, stimata e apprezzata da tutti, sia colleghi che amministratori e sindaci della Cassa – racconta Romeo Larcher – Sempre positiva, solare, delicata ed elegante sia nel modo di porsi che nell’abbigliamento. Una cara persona che per questa brutale aggressione mancherà tantissimo a tutti noi». E poi c’è stata Ivana Regaiolli che ne ha descritto «la sua risata schietta e lo sguardo azzurro dei suoi occhi. Era una persona semplice e gentile nei modi e nei gesti». Sorridente ed elegante come racconta Marina Aste. Riservatezza e gentilezza sono tra i termini più usati dalle persone. «Mai una parola fuori posto, un’informazione lasciata erroneamente trapelate – ricorda Susi Sguario – Accoglieva clienti e colleghi con gentilezza ed un sorriso. Negli ultimi tempi, quando abbiamo condiviso la quotidianità lavorativa, non sono mancate le battute scherzose che hanno rivelato una Iris sagace e spassosa. Nella scorsa cena di Natale ha donato a tutti noi “ex colleghi” un piccolo presente, consegnato con un gesto delicato e quasi furtivo». Una donna che aveva un’etica salda dentro di sé ed era estremamente rispettosa. Come ricorda Claudia Gasperotti, Iris portava «Rispetto per i superiori, per i colleghi, per il loro lavoro e per la loro vita privata. Rispetto per la Cassa Rurale, che sentiva come una seconda casa. Rispetto per gli animali, che tanto amava. E di sé, della sua persona e della sua vita privata, perché sapeva di valere e sapeva farsi apprezzare. No, i suoi occhi azzurri non meritavano di chiudersi così brutalmente».
Un atteggiamento e una rettitudine ricordata anche da Carola Nicolodi e Maurizio Peterlini. E quel solido senso di appartenenza a un mondo come quello della Cassa Rurale, come racconta Mauro Rossi. E poi Giulia Palombo che pensando a lei, dice: «Voglio ricordare di te: i tuoi occhi intensi, la tua dolcezza e il tuo nome che è quello di un bellissimo fiore. Grazie di esserci stata nella mia vita!».
C’è anche un senso profondo di gratitudine in chi l’ha conosciuta, come Barbara Chiarini: «Mi hai permesso di conoscere la Iris dolce e premurosa che gioiva nel raccontarmi del mitico cagnolino Pippo, dei tuoi gatti e di tutti gli altri animali a cui davi da mangiare e che tanto amavi. Ma soprattutto ti scioglievi e ti emozionavi parlandomi della tua mamma e del vostro immenso rapporto». A ricordare l’ultima traccia dell’essenza di Iris è invece Alba Valcanover, che riporta l’ultimo post su Instagram di lei dove, citando Modugno, la donna sottolineava la bellezza della vita anche nelle piccole cose quotidiane: «Voglio ricordarla così, solare, dolce e disponibile, anche se in un momento doloroso, che mi vede piena di rabbia per un sistema che non tutela i cittadini».