Orsi

domenica 11 Febbraio, 2024

Uccisione M90, La giornalista Rai che accusa Fugatti: «Ho esagerato a dire assassino»

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Silvia Di Tocco doveva essere alla manifestazione degli animalisti di sabato. «Non ci sono fisicamente, ma con il cuore sì» ha fatto sapere. E si difende: «Io non ho offeso nessuno»

«Non dovevo chiamarlo assassino, ma Fugatti resta comunque il mandante dell’uccisione dell’orso M90». Ammorbidisce i toni Silvia Di Tocco, giornalista Rai di Intrattenimento Day Time, nell’occhio del ciclone per le dichiarazioni rivolte al presidente della Provincia all’indomani dell’uccisione dell’orso M90. Di lei, però, tra gli 800 attivisti che hanno manifestato sabato 10 febbraio a Trento contro la legge «ammazza-orsi» con striscioni e orsacchiotti di peluche, non v’era traccia. «Non ci sono fisicamente, ma con il cuore sì», ha detto. «Sarei voluta venire, ma non sono riuscita ad organizzarmi anche perché questi giorni sono stati di fuoco, tra telefonate, messaggi, interviste. Io ho 8 cani, non sapevo a chi lasciarli, non è che posso prendere il treno e partire, tra l’altro ho anche la febbre e sono rimasta qui». In prima linea per i diritti degli animali, Di Tocco non si fa però illusioni sulla possibilità di incidere sulle politiche della Provincia. «Per ora queste manifestazioni non hanno portato a casa dei risultati, perché gli animali continuano a morire. Noi facciamo sempre le manifestazioni dopo che hanno ucciso gli animali, bisognerebbe fare un’azione più forte prima, incidere nel parlamento con delle leggi», ha rivendicato. Sua la decisione, dopo l’abbattimento del plantigrado, di cancellare un servizio sull’iniziativa “Bike to work” dell’amministrazione comunale di Trento, pensata per premiare le buone pratiche in tema di sostenibilità. Questo nonostante le competenze in materia di gestione dei grandi carnivori spettino alla Provincia. «Innanzitutto era una mia proposta che ancora non era stata calendarizzata. Alla luce di quello che è accaduto, del sangue di questa creatura versato a pochi chilometri da Trento, personalmente non me la sono sentita di mettere piede a Trento. Non c’è iniziativa virtuosa che possa far dimenticare un delitto avvenuto a caldo, poche ore prima», ha chiosato. Una scelta comunicata al Comune con una prima mail, a cui l’ufficio stampa aveva poi risposto con la richiesta di un chiarimento. «La deontologia professionale mi impedisce di dare visibilità gratuita ad una città capoluogo della Provincia Autonoma di Trento guidata dal mandante delle uccisioni di orsi», aveva replicato la giornalista in un’altra mail. Parole dure, che hanno presto scatenato la reazione delle istituzioni e dei vertici nazionali Rai, con la richiesta di un’azione disciplinare. «Io non ho offeso nessuno, ma mi sono sentita offesa e il mio sdegno ha rappresentato quello di milioni di italiani», si difende Di Tocco, in attesa che le venga notificato un provvedimento da parte dell’azienda. «Al momento non so ancora nulla, mi è stato detto che ci vorranno un po’ di giorni», ha riferito.