MONDO
giovedì 16 Febbraio, 2023
di Redazione
Le sanzioni economiche sono come un veleno, applicano lentamente i loro effetti, ma in modo irreversibile». Questa la similitudine dell’alto rappresentante Ue per gli Esteri, Josep Borrell, annunciando il decimo pacchetto di misure restrittive sull’economia russa in corrispondenza del primo anniversario dall’inizio dell’invasione in Ucraina. «Per mantenere questa forte pressione sulla Russia, proponiamo un decimo pacchetto di sanzioni, che ha un valore complessivo di 11 miliardi di euro» ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, all’Europarlamento di Strasburgo. Intervenendo in sessione plenaria, Von der Leyen ha annunciato che il nuovo pacchetto di sanzioni prende di mira Mosca ma anche Teheran. «Dopo le nostreb sanzioni l’economia russa sta arretrando, ma è necessario fare di più – ha spiegato la numero uno Ue -. Proponiamo nuovi divieti commerciali a parti di macchine, pezzi di ricambio per camion e motori a reazione che possono essere diretti alle forze armate della Russia e restrizioni all’esportazione di 47 componenti elettronici utilizzati nei sistemi armati russi, come droni, missili, elicotteri, ma anche tecnologie a duplice uso, presenti sui campi di battaglia». Proprio qui si inserisce la questione del supporto dell’Iran alla guerra russa: «Ci sono centinaia di droni di fabbricazione iraniana utilizzati dalla Russia sui campi di battaglia, che uccidono i civili ucraini» ed è per questo che «per la prima volta proponiamo di sanzionare anche le entità iraniane, comprese quelle legate alla Guardia rivoluzionaria iraniana». Sia Von der Leyen sia Borrell hanno rivendicato «l’efficacia» delle sanzioni economiche per mettere in ginocchio l’economia e la macchina bellica russa, nonostante l’apparente aumento delle entrate del Cremlino nel 2022: «È stato determinato da un rialzo quasi isterico dei prezzi del petrolio e del gas e noi eravamo dipendenti dalle fonti russe», ha ricordato Borrell, mettendo in chiaro che «le cose sono cambiate con il tetto al pezzo del petrolio e la straordinaria indipendenza energetica». L’annuncio dell’Ue ha scatenato subito la reazione del Cremlino. Parlando alla plenaria della Duma, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha rimarcato che «la politica di Washington e dei suoi alleati europei di trasformare l’Ucraina in una testa di ponte anti-Russia ha raggiunto il punto di non ritorno» e che «i tentativi di isolare la Russia sono falliti e i nostri nemici sono costretti ad ammetterlo».