Il fatto

giovedì 8 Giugno, 2023

Ultimo giorno di scuola in Dad: la preside del «Da Vinci» chiude la scuola. E gli studenti protestano

di

Con una mail in giornata la dirigente ha annunciato le lezioni a distanza. Gli studenti: «Non capiamo questa scelta, chiediamo un passo indietro». Interviene anche la politica

L’ultimo giorno di scuola, i diari chiusi, i saluti ai prof, la corsa giù per le scale e poi il cortile i gavettoni e gli abbracci. Un giorno di festa con cui celebrare l’inizio dell’estate. Per gli studenti del Liceo Da Vinci di Trento quest’anno rischia di non esserci nulla di tutto questo. Con una mail, inviata alle 13.15 di oggi, la dirigente Tiziana Rossi ha deciso che l’ultimo giorno di scuola si svolgerà in didattica a distanza, privando di fatto gli studenti di un rito di passaggio comune a tutte le generazioni. Il motivo è forse dettato dai disordini che si erano verificati un anno fa in occasione dell’ultimo giorno di scuola. La dirigente aveva già previsto un’uscita scaglionata in tre fasce orarie delle classi, ma ora ha deciso per una misura ben più drastica.
«In considerazione della bella giornata odierna con festa finale di saluto e concerto resa possibile dal bel tempo a dispetto delle previsioni i docenti domani si collegheranno in Dad con le classi per l’ultima giornata di lezione, secondo l’orario già trasmesso con circolare n. 121. I docenti manderanno un link Meet alla classe in orario e potranno così svolgere regolarmente lezione. Cordiali saluti e buona fine anno a tutti». Questa la comunicazione con cui la dirigente ha annunciato una decisione di cui erano all’oscuro anche i docenti e presa autonomamente senza consultare il consiglio d’istituto.
«Siamo profondamente delusi da questa scelta – scrive uno dei rappresentanti di classe del liceo – Dopo gli anni difficili e limitanti della pandemia, dove siamo stati privati della socialità e dell’ambiente scolastico vissuto in prima persona, riteniamo che questa decisione sia alquanto assurda e disturbante». Per questo motivo la richiesta degli studenti alla dirigente è quella di ripensarci e qualora la scelta fosse stata dettata dai fatti di un anno fa, quando l’ultimo giorno di scuola al Liceo da Vinci fu teatro di comportamenti troppo sopra le righe, la promessa è quella di un comportamento festoso ma consono.  «L’ultimo giorno di scuola rappresenta per noi studenti di quinta un momento per rivivere e commemorare questo percorso importante insieme ai nostri amici e professori nella scuola che ci ha accompagnati per diversi anni. Desideriamo trascorrere questa giornata con loro, nella scuola che ci ha visto crescere e formare. Tutti gli studenti saranno disponibili e comprensivi nel mantenere il senso civico e l’ordine, e chiediamo alla dirigente di riconsiderare la sua scelta». L’appello arriva infatti da un rappresentante di quinta, studenti che non avranno più un occasione simile di rivedersi prima che le loro vite imbocchino strade diverse.
La questione ha sollevato anche l’attenzione della politica. Paolo Zanella, consigliere provinciale di Futura, ha presentato un’interrogazione al presidente della provincia, Maurizio Fugatti e all’assessore competente, Mirko Bisesti con cui chiede se erano a conoscenza dell’iniziativa e se è possibile una ricorso alla didattica a distanza così arbitrario. «È risaputo ormai quanto sia stato difficile per gli e le studenti di scuola di ogni ordine e grado il lungo periodo di lezioni in DAD – ha detto Zanella – la totale mancanza di socializzazione tra studenti, la difficoltà di seguire le lezioni, i disagi per il corpo docente di non poter avere un rapporto quotidiano diretto con i ragazzi/e e bambini/e ha creato molte problematiche anche di tipo sociale e psicologico». Della questione si è interessata anche deputata trentina di Fratelli d’Italia, Alessia Ambrosi. ««Mi ha lasciato basita – ha detto – Ricordo da presidente di commissione con delega all’istruzione che durante la pandemia ci siamo distinti come Provincia autonoma di Trento per aver garantito una scuola in presenza più di altre realtà. Adesso ci troviamo di fronte a un atteggiamento coercitivo, senza confrontarsi con i genitori e gli studenti. Dov’è l’educazione? Dov’è la responsabilità? Bisognerebbe responsabilizzarli gli studenti. Adesso sto valutando i presupposti per un’interrogazione parlamentare».
Ma le interrogazioni richiedono tempo, gli studenti hanno bisogno di una risposta adesso. Potranno andare a scuola domani e salutare nel modo migliore i loro professori i loro amici e l’estate che sta arrivando?