gli appuntamenti

venerdì 8 Novembre, 2024

Un finesettimana trentino all’insegna dell’arte e della cultura: da «Mein Kampf» a «Romeo e Giulietta», tutti gli spettacoli

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Una guida tra i teatri e le mostre del Trentino

È tutto pronto per un finesettimana trentino all’insegna dell’arte e della cultura. Sono molti infatti gli appuntamenti pronti ad emozionare il pubblico di ogni età.

Partiamo da Trento dove Stefano Massini inaugura la Stagione del Teatro Sociale con il “Mein Kampf” tratto da Adolf Hitler. Sono passati cento anni dalla nascita di “Mein Kampf” (1924). Ne sono trascorsi otto (2016), da quando la Germania ha deciso di consentirne nuovamente la pubblicazione in libreria, ritenendo che soltanto la conoscenza potesse evitare il ripetersi della catastrofe. Stefano Massini, dopo anni di lavoro incrociando i testi di tutti i comizi del Führer con la prima stesura del libro-manifesto dettato dal giovane Hitler nella cella di Landsberg, consegna al palcoscenico questo spettacolo in cui “Mein Kampf” emerge in tutta la sua sconcertante portata: ad assumere forma scenica è la paranoica autobiografia di un invasato visionario, sempre più convinto di poter sublimare le sue personali frustrazioni in un progetto politico rivoluzionario quanto delirante. Un fiume di parole a regime torrentizio, fitto di invettive e di ripetizioni, offerto senza filtri da Massini, non solo con lo stile ossessivo, barocco ed enfatico del testo originario, ma soprattutto in un millimetrico studio teatrale dei ritmi, dei toni, degli affondi verbali del dittatore tedesco. E la consapevolezza di questo meccanismo è l’unico antidoto al suo nefasto replicarsi.
Lo spettacolo è in replica venerdì alle 20:30, sabato alle 18 e domenica alle 16.
Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero verde 800013952 o visitare il sito www.centrosantachiara.it

Anche a Villazzano prende il via “La Grande Stagione” che vede salire sul palco, venerdì alle 20:45, Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello in “Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco”.
Il pubblico viene qui trasportato nel “1574” in una Venezia in subbuglio. Per calli e fondamenta circola la novella: Enrico III di Valois, diretto a Parigi per essere incoronato Re di Francia, passerà una notte nella Serenissima. Un onore immenso per il Doge e per la città lagunare.
Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, coppia di ciarlatani saltimbanco dai trascorsi burrascosi, vengono incaricati di dare spettacolo in onore del principe. Mica una storia qualunque, certo che no, la più grande storia d’amore che sia mai stata scritta: Romeo e Giulietta.
Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo ma, soprattutto… trovare la “Giulietta” giusta, casta e pura, da far ammirare al principe Enrico. Ed ecco comparire nel campiello la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta.
Si assiste dunque a una “prova aperta”, alla maniera dei comici del Sogno di una notte di mezza estate, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, di canti e ancora improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.

C’è invece “Bunker”, una produzione di Collettivo Clochart, venerdì alle 20:45 al Teatro parrocchiale di Sella Giudicarie. Il sipario si alza su uno spettacolo che vede la collaborazione e la consulenza della dottoressa Giovanna Bronzini, psicologa psicoterapeuta di Rovereto, del dottor Antonio Piotti, psicologo psicoterapeuta di Milano e Stefano Alemanno, educatore pedagogista di Firenze.
Qui Anna Ucosich, Alice Ucosich, Andrea Ucosich, Sergio Sartori, Alisia Aurora Calzà, Paolo Ruscazio, Giuliano Tonolli, Maddalena Zucchelli, Andrej Beregoi e Sofia Girardelli interpretano una pièce che colpisce forte, come la verità. Accecante e illuminante, pregna di energia dove si viene catapultati in un mondo che sembra lontanissimo, ma che è più vicino di quanto si possa immaginare.
I riflettori vengono puntati sul disagio mentale degli adolescenti e sulla necessità di comprenderli. Uno spettacolo di grande valore dove si può imparare molto, anche ad ascoltare e riconoscere un grido d’aiuto.

Storia e narrazione si intersecano sabato, alle 20:30, al Teatro Cuminetti dove debutta “Dalser. La Mussolina”, uno spettacolo sulla emblematica storia di Ida Dalser.
Diretto e interpretato da Michele Embrìaco, con la drammaturgia di Angela Dematté, si narra qui la vicenda di questa donna, considerata la prima moglie di Mussolini. Un lavoro sul rapporto tra fascismo e stereotipi di genere.
Il progetto, realizzato da Multiversoteatro, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, si apre nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 1935. La Dalser, appena fuggita dal manicomio, da sola, di notte, percorre la strada che da Pergine Valsugana arriva alla casa di sua sorella, a Sopramonte. Come in una fiaba nera, attraversa un bosco e tesse il suo finale grandioso: a casa della sorella troverà il suo amore, Benito Mussolini, che la salverà. Così devono finire le storie. In un flusso di coscienza che procede senza pause ripercorre la sua vita e immagina una realtà parallela, molto lontana da quella che la porterà alla morte da lì a un paio d’anni.
Quella con la Dalser è una storia emblematica del rapporto di Mussolini con le donne: per Mirella Serri (Mussolini ha fatto tanto per le donne) è nel fascismo che si trova la radice di quel maschilismo di Stato che ancora oggi continua a condizionarci.

Nel variegato calendario di Trento Musicantica, venerdì dalle 18:30 nella Sala G. Gerola del Castello del Buonconsiglio, viene proposto un approfondimento sulla figura del grande musicologo Laurence Feininger con la proiezione del docufilm di Giuseppe Calliari “La Via della coscienza” e l’esibizione del Gruppo vocale Laurence Feininger diretto da Roberto Gianotti.
Un appuntamento che, nella pluralità delle testimonianze e degli spunti di indagine, permette di ritrovare e approfondire l’intenso approccio culturale di Feininger e la sua indimenticabile figura di illustre studioso e straordinario ricercatore.

A Pergine Valsugana largo invece agli appuntamenti autunnali promossi da Pergine Festival. La programmazione, da unicamente estiva, si espande per creare una relazione continuativa con il pubblico, anche grazie allo scambio con realtà e istituzioni culturali della città. Sabato in cartellone c’è “Save the last dance for me” di Alessandro Sciarroni, Leone d’Oro alla Carriera 2019 alla Biennale di Venezia per la Danza.
Dalle 20:45, all’Auditorium Garbari di Pergine, Sciarroni salva e trasforma una polka in un travolgente vortice di passione: tanto ipnotica, quanto rituale, con gli spettatori testimoni ravvicinati. L’artista riscopre e rende protagonisti i passi della Polka Chinata: una danza di corteggiamento bolognese dei primi del ‘900 eseguita in origine da soli uomini. Fisicamente impegnativa, quasi acrobatica, questa polka prevede che i danzatori, abbracciati, girino vorticosamente mentre si piegano sulle ginocchia quasi fino a terra. Lo spettacolo è molto coinvolgente sia per la relazione ravvicinata tra spettatori e danzatori, sia per il ritmo travolgente.
La performance è eseguita dai danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini.

Proseguono anche le proposte della X edizione di Katharsis che vedono protagonista, sabato alle 21 nella Sala Sosat di Trento, il pianista Giacomo Ronchini in “Pianoforte senza confini”. Con lui rivive la figura del pianista compositore, prassi abituale fino a tutto il XIX secolo che, a partire dal XX secolo, è andata via via quasi sparendo, da un lato per l’ampliarsi del repertorio pianistico e della sua difficoltà, dall’altro per il distacco che si è andato a creare tra la musica colta da un lato e pubblico ed esecutori dall’altro. Giacomo Ronchini è uno dei pochi sopravvissuti a questa tendenza e propone un recital interamente dedicato a composizioni proprie. L’ingresso è gratuito con offerta libera.

Non possono mancare le proposte per i più piccoli in calendario per domenica. A Lavis, palazzo de Maffei apre tutte le sue stanze per ospitare la versione profondamente e sinceramente collodiana di “Pinocchio” proposta dalla compagnia Ippogrifo. Nella prima stanza il pubblico incontra Geppetto e il Grillo Parlante che, con gag e situazioni comiche, introducono il pubblico alla differenza tra il racconto trasposto nel film Disney e la storia originale (che vede un pescecane e non una balena, una bambina e non una fata, etc). Nella seconda stazione un travolgente incontro con due scanzonati Gatto e Volpe, attori, musicisti, cantanti che coinvolgono il pubblico in cori e ballate. Nella terza scena Mangiafuoco e il suo teatro di burattini: il Maestro Alessandro Gigli accompagnato da un organetto di barberia originale racconta – in prosa e con i burattini – la scena centrale dell’opera. Ultima stazione il Paese dei Balocchi con giocolerie e il conclusivo monologo, ispirante, di Lucignolo.
Un capolavoro da riscoprire in 4 repliche: alle 15, alle 16, alle 17 e alle 18 per un pubblico di tutte le età.

La rassegna “Scappo a teatro” porta allo Zandonai “Romanzo d’infanzia”: un lavoro di rara intensità e poesia, che racconta in danza e parole la difficoltà della relazione tra genitori e figli. Il sipario si alza alle 16:30 dando forza ad un linguaggio di teatro-danza in una formula più narrativa ed immediata. Una scelta che lo rende fruibile anche ai bambini. L’infanzia è il diamante della vita poiché è grezza e abbagliante. Se è vero però che d’amore si può impazzire è ancor più vero che senza amore si diventa matti e infelici. E che disastro i bambini senza amore o con troppo amore.
In scena due danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni: insomma vivere. Una dedica a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore.

Infine, il Teatro S. Marco di Trento ospita “La famiglia va a teatro” con due repliche, alle 15:30 e alle 17:30, di “Piratesse” de Il teatro delle quisquilie.
Si parla spesso di pirati, uomini rozzi e sgarbati, con uncini, bende nere e gambe di legno, ma… Le piratesse?!? Saranno mai esistite? Ebbene sì! Arabella Drummond, detta “il Terrore dei mari”, e Anne Bonney sono due piratesse molto conosciute. Queste indomabili furie degli oceani sono capaci di ammutolire con una sola occhiata interi equipaggi di rudi lupi di mare. Sono particolarmente spietate con quei pirati poco attenti alle buone maniere, che dimenticano di dire “grazie” o di chiedere “per favore”.
Ecco quindi che, in un susseguirsi di episodi ed eventi, la loro avventura termina quando si rendono conto che i tesori, quelli veri, non sono fatti né di oro né di argento, ma… ti vogliono bene, si possono abbracciare, e si devono custodire e coltivare nel tempo.