L'editoriale

sabato 12 Novembre, 2022

Un nuovo patto per l’economia e il capitale umano

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Sindacati e imprese, generalmente, lavorano in pieno accordo sul territorio per raggiungere gli obiettivi comuni. Ora, per programmare il futuro del Trentino, potrebbero ripensare un luogo di raccordo dove il fattore umano venga valorizzato e fidelizzato rispetto alle aziende che operano sul territorio, dove progettare per ciascun ambito iniziative in grado di ricompensare lo sforzo formativo o di aggiornamento

Il Trentino alleva realtà all’avanguardia, ma talvolta non riesce a dare loro prospettive di crescita. È di questi giorni il caso di Sibylla Biotech, startup frutto della ricerca farmacologica, che ha deciso di lasciare la nostra provincia dopo aver raccolto una convinta fiducia dagli investitori, testimoniata da finanziamenti per 23 milioni di euro. In questo caso, è chiaro che il percorso avviato per costruire un contesto favorevole in un settore così specifico necessita di molto tempo per poter offrire ciò che offrono territori come quello milanese dove già operano grandi aziende farmaceutiche o strutture ospedaliere legate alla ricerca. Esiste però anche un altro fronte dove il Trentino rischia di perdere a breve risorse importanti ed è quello del capitale umano che contribuisce a costruire il futuro dell’economia, di tanti servizi e della stessa Autonomia. Sono due i dati Istat da incrociare per capire una situazione che si lega alla capacità di migliorare le competenze e alla stessa attrattività del territorio. Il primo dato è quello che ha annunciato la crescita dell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a settembre 2022 dell’1,1% rispetto a settembre 2021. Il secondo dato è quello relativo all’indice nazionale dei prezzi che ha registrato in ottobre un balzo dell’11,9% su base annua ( + 8,9% del mese precedente).In attesa dei valori locali dell’inflazione che arriveranno attorno alla metà del mese, è evidente come vada crescendo la perdita di potere di acquisto. Con il timore che in Trentino questo processo risulti ancora più marcato, considerato un trend del carovita che pesa senz’altro più che in altre zone d’Italia. La questione non va però inquadrata solo per quanto riguarda il «peso» del portafoglio dei lavoratori, ma necessita di una visione strategica per quello che vorrà essere in futuro la nostra realtà e richiede di mettere a punto un lavoro di squadra tra Provincia, imprese e dipendenti.
Ad ogni stagione, è già evidente la difficoltà nel reperimento di lavoratori per il turismo e l’agricoltura. Un segnale di come il Trentino, una volta diminuita la grande offerta di manodopera in arrivo da Paesi stranieri che si registrava qualche anno fa, rischi spesso di mettere in moto attività economiche con organici ridotti o comunque completati in extremis. Ma il ragionamento non riguarda solo chi ha contratti in qualche modo a termine. In gioco c’è anche l’attrattività del Trentino per tutti coloro che intendono realizzare la propria vita personale e professionale. Per chi può fornire competenze necessarie per attività tradizionali, ma pure per la crescita del territorio in ambiti che possono garantire l’accesso a nuovi canali in grado di irrobustire il Pil in prospettiva. Il problema da considerare, a tal fine, è che la nostra provincia offre sicuramente buone opportunità di occupazione, ma presenta pure un livello di reddito che è inferiore rispetto alle altre regioni del Nord Italia, a cominciare dal vicino Alto Adige che propone, anzi, retribuzioni da primato. In quest’ultimo caso pesa spesso la possibilità di accedere all’indennità di bilinguismo, ma a livello provinciale potrebbe essere pianificato una sorta di patto su retribuzioni e conoscenze. Una politica che proponga da una parte il riconoscimento di adeguamenti salariali in grado di fronteggiare i rincari e dall’altra l’innalzamento costante delle competenze nei settori che rischiano di essere sguarniti di manodopera o scarsamente aggiornati nell’evolversi delle competenze.
Sindacati e imprese, generalmente, lavorano in pieno accordo sul territorio per raggiungere gli obiettivi comuni. Ora, per programmare il futuro del Trentino, potrebbero ripensare un luogo di raccordo dove il fattore umano venga valorizzato e fidelizzato rispetto alle aziende che operano sul territorio, dove progettare per ciascun ambito iniziative in grado di ricompensare lo sforzo formativo o di aggiornamento. Non serve ricordare il grande lavoro che già svolgono realtà come l’Agenzia del Lavoro per connettere domanda e offerta di manodopera puntando allo stesso tempo sulla formazione. Lo squilibrio che si sta sviluppando tra aumenti contrattuali e aumento dei prezzi suggerisce però un rafforzamento del confronto da svolgere per quanto riguarda le retribuzioni. Nel tentativo di legare sempre più l’aggiornamento delle competenze al salario, andrebbe dunque perseguito un duplice obiettivo: mantenere sul territorio le conoscenze utili allo sviluppo e puntare sull’attrazione di risorse umane capaci di garantire la reale crescita delle aziende.
In tutto questo può diventare fondamentale la regia della Provincia che può muovere diverse leve a salvaguardia delle retribuzioni. La prima leva è diretta, perché Piazza Dante ha la gestione diretta di migliaia di rapporti di lavoro sui quali può decidere rinnovi contrattuali e politiche salariali, valorizzando in particolare la qualità dei servizi che l’ente pubblico tradizionalmente offre. La seconda leva è invece indiretta e si può articolare su diversi fronti. Il più immediato è proprio quello di esercitare una regia politica chiamando attorno a sé le parti sociali per affrontare in maniera organica quello che rischia di diventare un problema fondamentale per il 2023. La stessa Provincia potrebbe inoltre sfruttare le risorse in arrivo per investimenti vincolando in ogni caso l’assegnazione degli appalti al rispetto dei contratti collettivi. Infine, può essere percorsa la via della selezione dell’attribuzione dei sostegni finanziari alle aziende, selezionando in particolare i progetti in grado di assicurare investimenti e crescita. I benefici andranno anche a gratificare economicamente il capitale umano che è ingrediente necessario per qualsiasi sviluppo.