rovereto

sabato 12 Agosto, 2023

Un uomo minaccia con il coltello i migranti al parco Nikolajewka: cercava vendetta

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Dopo la fiaccolata silenziosa, il luogo del femminicidio Setti diventa teatro di odio razziale

I lampeggianti delle gazzelle dei carabinieri di Rovereto sono tornati a illuminare il parco Nikolajewka antistante la Chiesa di Santa Maria che sabato 5 agosto è stato teatro dell’aggressione costata la vita a Iris Setti. Questa volta, poco dopo le 22.30 di giovedì sera a far ripiombare nella paura il quartiere di Santa Maria ci ha pensato un cittadino italiano residente in Vallarsa che in evidente stato di ubriachezza si è diretto al parco cittadino brandendo nelle mani un grosso coltello con il quale minacciava le persone di colore che lì si aggiravano. Grida che hanno immediatamente destato i residenti del Condominio Europa, lo stabile all’interno del quale vive la madre di Iris Setti, in questi giorni sostenuta dall’affetto dei propri cari, facendoli affacciare alle finestre per capire cosa stesse succedendo. L’uomo di mezza età, in evidente stato confusionale dovuto all’abuso di sostanze alcoliche, ha iniziato a percorrere in lungo e in largo le stradine del parco passando ripetutamente davanti ai due punti commemorativi che accolgono fiori e messaggi di cordoglio per Setti. Movimenti convulsi ma carichi di rabbia e accompagnati da scatti repentini che lo portavano a far saettare in aria la grossa lama del coltello che si era portato con sé. A destare maggior clamore le grida dell’uomo che prendevano di mira i passanti di colore e stranieri minacciandoli di andarsene immediatamente dalla città e dal Paese «altrimenti ci penso io». Parole forti e violente, corollate da un’infinita serie di ingiurie rabbiose che hanno allarmato i vicini i quali hanno richiesto l’immediato intervento delle forze dell’ordine. La radiomobile dei carabinieri si è precipitata sul posto e ha avvicinato l’uomo notando la lama nella mano destra. Prima hanno cercato di calmarlo e poi sono riusciti a intervenire disarmandolo. Le grida di rabbia dell’uomo non si sono fermate ed ha continuato a inveire contro «lo straniero», contro quelli che lui ha ritenuto considerare per sineddoche (la parte per il tutto e viceversa) i colpevoli materiali del femminicidio di Iris Setti uccisa dalle mani di Nweke Chukwuka, nigeriano di 37 anni ora in carcere a Spini di Gardolo. Un gesto, quello del cittadino italiano di Vallarsa, sintomatico di quanto il brutale evento abbia scosso le menti di tutta la cittadinanza e abbia suscitato forti reazioni emotive in tutta la comunità roveretana. Emozioni che si sono tradotte in prima battuta nell’incredulità dei primissimi momenti, quasi a rifiutare la cronaca nera di quei giorni giunti a poche ore da un altro femminicidio, quello di Mara Fait assassinata ad accettate dal vicino di casa Ilir Shehi Zyba. Poi è subentrato il cordoglio e la voglia di contrastare la violenza con la pace del silenzio nella fiaccolata di mercoledì sera. Presenza silente per mettere un punto alle tante parole spese a livello istituzionale da tutto il complesso sistema di prevenzione sociale e politica che non è riuscito a salvaguardare l’incolumità dei propri cittadini. Ora la rabbia, violenta, confusa, razziale che ha spinto un comune cittadino ad armarsi di coltello andando alla ricerca di colpevoli (innocenti) considerati tali per il solo colore della pelle. È il segnale della paura che si diffonde, che penetra negli animi umani e si fa irrazionale fino a spingere le menti più fragili ad azioni sconsiderate che alimentano a loro volta una potenziale escalation di preoccupazioni. Un problema di tenuta sociale, di disgregazione della società civile cittadina, di integrazione. Nelle stesse ore altri cittadini hanno chiamato le forze dell’ordine per segnalare la presenza di persone di colore all’interno dell’ex Merloni. È la paura del diverso che sta prendendo piede sulla città, che si diffonde addentrandosi nelle insicurezze: quelle personali, quelle sociali, quelle di comunità. La città della Pace è in attesa di fare nuovi anticorpi e sta mostrando tutta la propria fragilità.