La giostra dei bambini

martedì 6 Dicembre, 2022

Una gigantesca barriera salva Venezia

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La grande opera ingegneristica del Mose è stata studiata per evitare che la città venga sommersa

Se per una vacanza o per qualsiasi altro motivo ti dovessi trovare a Venezia e dovessi sentire il suono di una sirena in tutta la città, più o meno come quella che si sente a Trento a mezzogiorno… Beh, non significa che sono le 12, ma piuttosto che è meglio indossare un bel paio di stivali impermeabili. Per segnalare l’arrivo dell’acqua alta a Venezia si utilizza infatti questa sirena che serve a richiamare l’attenzione, seguita poi da uno o più suoni a seconda dell’altezza del livello dell’acqua previsto.
Ma facciamo un po’ di chiarezza visto che noi, qui tra le montagne, di acqua alta ce ne intendiamo ben poco. Quando si parla di acqua alta a Venezia significa che l’acqua del mare si alza di molti centimetri fino a sommergere strade e piazze della città. Succede quando si combinano particolari condizioni: quando per esempio piove molto e soffiano venti potenti che spingono l’acqua del mare dentro la laguna. Il pericolo aumenta se si verificano anche alte maree che alzano il livello del mar Adriatico o piene dei fiumi Adige e Po che portano tanta acqua vicino alla laguna.
A queste si aggiungono altre due cause che derivano dal cambiamento climatico (come l’innalzamento del livello dei mari) e delle attività umane che hanno portato a un abbassamento del terreno sui cui sorge la città, facendola sprofondare di alcuni centimetri.
Risultato? Negli ultimi anni le acqua alte sono diventate più frequenti e si sono intensificate; le maree importanti o eccezionali, cioè quelle in cui l’alta marea supera i 110 centimetri o anche i 140, si verificano più spesso mettendo sempre più a rischio la città. Ma Venezia, come tutti sapete, è una delle città più spettacolari e più particolari al mondo, e quindi è proprio necessario difenderla non solo per i veneziani, ma per tutta l’umanità!
È proprio per questo motivo che è stato studiato e messo a punto un modo per evitare che l’acqua alta sommerga regolarmente la città: un’opera ingegneristica molto complessa chiamata Mose (ovvero Modulo sperimentale elettromeccanico). La sua costruzione è iniziata nel 2003, ma è stato testato per la prima volta solo nel 2020 e aveva funzionato!
Quest’anno tra lunedì e martedì 21 e 22 novembre le previsioni meteorologiche erano simili a quelle del 12 novembre 2019, quando furono raggiunti 187 centimetri oltre il livello del mare e avvenne il più disastroso allagamento di Venezia degli ultimi decenni con quasi due metri di acqua che invasero negozi, ristornati, strade, chiese, palazzi. Gli abitanti della città avevano preso tutte le precauzioni possibili contro gli allagamenti di case e negozi, ma questa volta non sono servite. Questa volta c’è stato il Mose a proteggere la città! Ma in cosa consiste esattamente? Spiegando semplicemente, il sistema di protezione è composto da 78 paratoie, delle barriere mobili di metallo. Quando non sono in funzione non si vedono perché sono collocate in cassoni di calcestruzzo (materiale simile al cemento) sul fondale del mare. Le paratoie sono piene di acqua di mare, ma all’occorrenza vengono svuotate dall’acqua e riempite di aria compressa, la quale permette loro di emergere. Una volta alzate separano la laguna dal mare aperto e finita l’emergenza vengono di nuovo riempite d’acqua e riposte sul fondale.
Da pochi giorni c’è poi una forma di protezione in più per la Basilica di San Marco, cuore del centro storico della città. La chiesa si trova infatti nel punto più basso di Venezia e si allaga quando la marea supera gli 80 centimetri. Per proteggerla sono state installate un altro tipo di barriere più semplici di quelle del Mose: sono di vetro e servono a salvaguardare i pavimenti della chiesa che furono molto danneggiati nel 2019.
Con tutte queste invenzioni super tecnologiche degne di Archimede Pitagorico, forse anche i tuoi figli potranno avere la fortuna di ammirare ancora la città di Venezia in tutto il suo splendore!