salute e benessere
martedì 18 Giugno, 2024
di Dottoressa Ilena Sardone *
Ho 23 anni, sono incinta e il bambino non era voluto: non credo di essere pronta per diventare madre. Non so neanche come comunicarlo ai miei genitori, ho paura della loro reazione perché sono sempre stata la loro figlia modello.
(Lettera firmata)
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Cara lettrice,
sono la dottoressa Ilena Sardone, psicologa e psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-costruttivista e mi sto specializzando proprio nell’ambito della psicologia perinatale. Certamente la nascita di un figlio è un evento di vita molto importante che sconvolge gli equilibri e soprattutto rimette in discussione l’identità e il ruolo di una donna. Non è raro che io mi confronti con persone nella sua stessa situazione: la maternità è un processo di grande trasformazione del sé e degli equilibri relazionali e ha bisogno di tempo per essere elaborato e assimilato. Diventare madre è una grande sfida e come tutte le sfide può essere affrontata se ci equipaggiamo degli strumenti giusti. Mi preme dirle che nessuna donna nasce madre, nessuna donna sa già come si fa… è un ruolo a cui ci si avvicina con il tempo, si prova e si impara dall’esperienza e per fortuna abbiamo qualche mese per prepararci e ci sono diversi aiuti di cui potersi avvalere. Ci sono corsi pre-parto, libri informativi, professionisti della salute e della salute mentale che potranno accompagnarla in questo percorso.
Durante questo arco di tempo si troverà a far parte di un nuovo mondo, di una comunità di persone con le quali potrà confrontarsi e vedrà che non sarà sola. Molte donne in gravidanza provano ansie e timori, è normale. Poter condividere i propri pensieri con loro la aiuterà sicuramente ad affrontare questi mesi. Certo posso comprendere la paura di comunicare questa notizia ai propri genitori, pensare di poterli deludere è un timore del tutto legittimo. Potranno essere spiazzati da questa notizia, magari potrebbero non reagire come vorrebbe ma potremmo anche fare in modo che questo possa essere un buon momento per poter consolidare ancora di più il vostro rapporto. Non conosco i suoi genitori così da poter anticipare il loro comportamento ma presumibilmente potremmo trovarci davanti ad una reazione di preoccupazione, di timore per il suo futuro. Provate a confrontarvi per trovare il modo di affrontare questo percorso, come una famiglia, insieme. A volte è utile attingere ai ricordi per capire come loro hanno vissuto, prima di lei, questo periodo: le ansie e le paure, le difficoltà ma anche le gioie e le speranze. Potrà essere interessante capire come si sentono loro, ascoltarli e chiedere loro di starle accanto. Potrebbe essere un momento molto prezioso di vicinanza, nel quale entrambe le parti potranno esprimere ciò se sentono. Potrebbe non essere facile, quindi se crede di aver bisogno di aiuto in più per capire quale potrebbe essere il modo migliore per comunicare con la sua famiglia o elaborare le emozioni di questo periodo, le consiglio di rivolgersi ad un/una professionista che possa accompagnarla. A volte servono dei momenti di confronto con qualcuno di esterno per poter dare spazio alle proprie emozioni, alleggerire la mente, mettere in ordine i pensieri e guardare al futuro con occhi diversi.
Ci sono e ci saranno momenti di vita ed esperienze difficili ma forse non è il come scegliamo di affrontarli che può fare la differenza?
Le auguro di vivere al meglio questi mesi!
* Psicologa, Psicoterapeuta presso Policura